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In Svizzera, l’IPC è sceso all’1,4% su base annua, poiché permane l’effetto della rimozione della soglia sul cambio. Su base mensile, l’inflazione è salita dello 0,1%, superando le attese del mercato (0,0%). Il miglioramento si è registrato in un contesto in cui il franco svizzero è più debole, circostanza che rende le merci estere più care per gli svizzeri; il prezzo dei prodotti di provenienza estera è aumentato dello 0,8% m/m. Se osserviamo l’indice core, vediamo che l’inflazione è cresciuta dello 0,2% m/m, su base annua l’aumento dei prezzi si è ridotto allo 0,8%.
A dispetto di questo lieve miglioramento, non crediamo che la sostanza sia cambiata, perché il caro-franco continua a pesare sulle prospettive economiche e d’inflazione della Svizzera, che riteniamo destinate a peggiorare. L’intenzione dichiarata della BCE è di sostenere ulteriormente l’economia UE, circostanza che toglie sicuramente il sonno ai banchieri della BNS, soprattutto visto il numero limitato di armi a disposizione.
Come potrebbe reagire la BNS? Riepiloghiamo velocemente: possiamo escludere quasi sicuramente un intervento massiccio sul forex, perché il bilancio della banca centrale è già a livelli stratosferici. In secondo luogo, non crediamo probabile un inasprimento della regola sulle esenzioni perché avrebbe un impatto diretto sui risparmi degli svizzeri.
E quindi, cosa potrebbe succedere? Secondo noi, la BNS molto probabilmente abbasserà ulteriormente i tassi, già in territorio negativo, e crediamo che Jordan potrebbe accostare a questo intervento un aumento della soglia per le esenzioni.
L’EUR/CHF si sta riprendendo dalle brusche vendite di ieri ed è tornato sopra il livello a 1,08. In una prospettiva di medio termine, l’EUR/CHF rimane nel suo canale discendente, mentre nel breve periodo non ci sorprenderebbe vedere la coppia di nuovo intorno a quota 1,0870.