Nuova seduta all’insegna del rafforzamento per le quotazioni della sterlina. Dopo le indicazioni sopra le stime relative l’inflazione di aprile, salita dell’1,8% in versione completa e un +2% su base “core” (+1,7 e +1,8% per il consenso), oggi il pound può capitalizzare l’aggiornamento relativo l’andamento delle vendite al dettaglio, salite il mese scorso dell’1,3% mensile (consenso +0,4%, +0,5% a marzo).
Segno più quindi per il cable (GBP/USD), tornato sopra quota 1,69 (1,6919) in direzione degli 1,6995 dollari, il massimo dall’agosto del 2009, toccati lo scorso 6 maggio. Il prossimo target rialzista è fissato a 1,6937 (massimo toccato il 9 maggio), a 1,6975 (8 maggio) e a 1,7. La moneta d’Oltremanica guadagna terreno anche nei confronti dell’euro, alle prese con le nuove misure espansive che potrebbero essere approvate dalla Bce a giugno. In questo contesto il cambio eur/gbp è stato spinto fino a 80,92 centesimi, minimo dal dicembre del 2012.
Sempre nel corso della mattina sono stati diffusi i verbali della riunione del 7-8 maggio della Bank of England che hanno evidenziato un voto unanime per la conferma del costo del denaro allo 0,5% e del piano di acquisto asset a 375 miliardi di pound. Dai verbali è emerso che la possibilità di un graduale incremento del tasso benchmark è stata discussa e che alcuni membri del Comitato di politica monetaria nelle prossime riunioni potrebbero votare, in caso di un nuovo miglioramento del mercato del lavoro, a favore di un incremento dei tassi.
Secondo James Knightley di ING la prima stretta “potrebbe essere decretata a febbraio, ma alla luce della forza della crescita economica, dell’occupazione e dei prezzi degli asset il rischio è di un’anticipazione di questa mossa”.