In un mondo strano, tutto è possibile. Con il coronavirus che comincia a cambiare ogni aspetto della vita per come la conosciamo, non c’è limite allo stupore che proviamo ogni giorno, se non ogni ora. Da quarantene di intere nazioni a cancellazioni in massa di sport ed eventi pubblici ed a Wall Street passata da un mercato rialzista ad uno ribassista, l’elenco è infinito.
E ora possiamo aggiungere un altro punto: un mercato del gas naturale che improvvisamente sembra migliore di quello del greggio.
Quella che sarebbe potuta sembrare un’idea folle solo qualche settimana fa, si sta dimostrando non essere tanto ridicola, persino dopo che i prezzi del gas hanno toccato i minimi di due decenni questa settimana.
Grafico prezzo settimanale future gas naturale su 300 minuti
La produzione da record dai giacimenti di scisto in espansione ha sempre fatto sì che il gas fosse in eccesso di scorte. Al contrario il greggio, malgrado il boom del fracking USA, ha sempre visto una produzione moderata a livello globale dall’OPEC e dai tagli alla produzione del cartello.
Le prospettive per il greggio si sono drasticamente abbassate
Ma, da venerdì, le prospettive per il greggio si sono drasticamente abbassate, con il leader dell’OPEC, l’Arabia Saudita, che ha abbandonato ogni limite alla produzione ed ha dato il via ad una guerra dei prezzi con la Russia.
I prezzi del greggio USA hanno registrato un tonfo del 25%, sulla scia della decisione saudita. Il contratto del gas naturale con consegna il mese successivo sull’Henry Hub del New York Mercantile Exchange era inizialmente crollato sempre lunedì al minimo del 1998. Da lì, tuttavia, ha poi spiccato il volo, con un rally del 13% in due giorni prima di cedere un 3% ieri.
Grafico prezzi settimanali dei future WTI
“Si è trattato di un rally spinto sia dallo short covering che dal generale ottimismo che la produzione di gas USA scenderà, in quanto dei prezzi più bassi per il greggio risulteranno in una minore produzione del gas legato allo scisto”, scrive Scott Shelton, broker dei future energetici di ICAP a Durham, Nord Carolina.
Nonostante l’esubero di scorte, i fondamentali per il gas sembrano migliori se paragonati a quelli del greggio, che vedrà una raffica di economiche scorte saudite a partire da aprile, aggiunge.
Il gas si trova in una posizione migliore rispetto al greggio
Non è tutto. Anche il relativo ritorno sul gas rispetto al greggio appare migliore.
Sebbene entrambe le materie prime siano bruscamente crollate sull’anno, il gas segna un tonfo di solo circa il 17%.
Il greggio USA, invece, è crollato di quasi il 50%, registrando di gran lunga la peggiore performance su una lista di 35 materie prime seguite da Investing.com.
Morale della favola: il gas si trova, dal punto di vista tecnico, in una posizione più avvantaggiata ora, dopo essere stato in secondo piano rispetto al greggio per quasi tutto il tempo che le due materie prime sono state scambiate fianco a fianco sul New York Mercantile Exchange.
“I tori del gas naturale potrebbero aver gioito delle disgrazie altrui questa settimana, vedendo l’impatto dell’aggressiva crescita dello scisto andare oltre il mercato del gas naturale ed arrivare al greggio”, afferma Dan Myers, analista di Gelber & Associates, un’agenzia di consulenza sul gas con sede a Houston.
Ma Myers è realistico sulle prospettive per il gas a prescindere dal semplice paragone con il greggio.
Sottolinea che il contratto del mese successivo sull’Henry Hub ha faticato a tornare ai 2 dollari per mmBtu (milioni di Btu metrici) dopo aver lasciato tale livello il 20 febbraio.
“È ancora troppo presto per contare su una robusta ripresa per il gas”, dice Myers. “Qualsiasi taglio delle scorte quest’anno impiegherà mesi prima di farsi sentire. Per il momento, la produzione resta solo lievemente al di sotto dei livelli record”.
Il gas deve ancora superare le enormi scorte e il clima debole
Il gas normalmente è scambiato sopra i 2 dollari d’inverno. Ma la stagione fredda di quest’anno si è dimostrata essere una delle più difficoltose per il combustibile da riscaldamento. Il contratto del mese prossimo sull’Henry Hub ha segnato il minimo del 1998 di 1,61 dollari lunedì, con la produzione che resta enorme rispetto alle forti riduzioni delle scorte di gas delle ultime settimane.
Con il clima meno freddo, anche le diminuzioni settimanali delle scorte di gas si stanno riducendo.
Il report sulle scorte di gas della U.S. Energy Information Administration relativo alla scorsa settimana, atteso oggi alle 10:30 ET (15:30 GMT) dovrebbe mostrare che le compagnie in tutto il paese hanno ritirato solo 59 miliardi di piedi cubici dalle scorte la settimana scorsa, rispetto al calo della settimana precedente di 109 miliardi di piedi cubici.
La riduzione va confrontata con quella di 164 miliardi di piedi cubici della stessa settimana dell’anno scorso e con la media quinquennale (2015-2019) di 99 miliardi di piedi cubici sul periodo.
Se il calo stimato di 59 miliardi di piedi cubici dovesse dimostrarsi esatto, le scorte di gas sarebbero comunque pari a 2,032 mila miliardi di piedi cubici, quasi il 12% in più della media quinquennale ed il 63% in più dei livelli di un anno fa.
“C’è molto gas nelle scorte al momento e nessun supporto dal clima con l’inverno quasi finito”, afferma Shelton di ICAP.
“Qualunque forza fondamentale il gas abbia rispetto al greggio ora è evidente. Bisogna vedere se questo valore potrà resistere nel tempo in quanto ci aspettiamo che anche i prezzi del greggio siano volatili”.