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Unicredit: analisi tecnica

Pubblicato 19.10.2017, 15:32
Aggiornato 09.07.2023, 12:32


Seduta in rosso per il titolo Unicredit (MI:CRDI) che si porta al di sotto di quota 17 euro spingendosi fino a 16.75 euro, non lontano dal primo sostegno strategico in area 16.50 euro.

Questo livello potrebbe frenare ulteriori affondi (attenzione Borse salite troppo, potrebbe esserci una lunga flessione) ed agevolarne un rimbalzo.

Per interrompere comunque la recente impasse è necessaria una prova di forza da parte dei corsi con conseguente superamento di 17,67 euro (in chiusura) per il test a 18.70. La resistenza strategica di lungo termine è posizionata a 21,15 euro per il test a 23.10 euro.

Sotto quota 16.05 (in chiusura), invece, il recente ribasso avrebbe spazio per proseguire fino a 15.86 e 15.79 euro in prima battuta (15.20 euro 2° target).

Il titolo in 6 mesi ha guadagnato il 20%, il 46% in 12 mesi, mentre in 2 anni ha ceduto il 15%, il 3% in 5 anni (dal 2000 ad oggi -80%).

Nel primo semestre del 2017 è continuata la tendenza al miglioramento del credito al settore privato in Eurozona, con la crescita su base annua dei prestiti attestatasi nell’intorno del 2,5%.

Il ritmo di espansione è inoltre divenuto più uniforme tra prestiti alle famiglie e prestiti alle imprese, con gli ultimi che hanno visto una accelerazione della ripresa.

Nei tre principali paesi di riferimento per il Gruppo, i prestiti alle famiglie si sono caratterizzati per una tendenza relativamente simile, con tassi di crescita intorno al 2,5% in Italia e prossimi, o superiori al 3% in Germania ed in Austria.

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Per contro, i prestiti alle imprese, mentre hanno confermato una continuazione di un buon ritmo di espansione sia in Germania che in Austria, la loro ripresa si è rivelata ancora modesta in Italia, con i prestiti alle imprese che nel corso del primo semestre del 2017 si sono pressoché stabilizzati rispetto all’anno precedente.

Si è comunque arrestata la significativa contrazione che aveva caratterizzato questo aggregato creditizio in Italia fino allo scorso anno.

Per quanto riguarda la dinamica della raccolta del sistema, in tutti e tre paesi di riferimento del Gruppo, la crescita dei depositi bancari è continuata ad un ritmo sostenuto nel primo semestre del 2017, sospinta in particolar modo da una significativa espansione dei depositi a vista, come conseguenza della bassa rimuneratività che continua a caratterizzare questa passività delle banche.

Il primo semestre del 2017 si è caratterizzato inoltre per una relativa stabilizzazione, lieve flessione, dei tassi di interesse sui depositi bancari in prossimità dello zero in tutti e tre i paesi di riferimento del Gruppo, mentre i tassi di interesse sui prestiti bancari hanno mostrato i primi segnali di una inversione di tendenza (al rialzo), in particolare in Germania e in Italia, seppure ancora modesta e non diffusa a tutte le categorie di prestiti.

Come conseguenza, la significativa riduzione che ha caratterizzato la forbice bancaria (ossia la differenza fra il tasso medio sui prestiti e quello medio sui depositi) negli ultimi anni nei tre principali paesi di riferimento del Gruppo, ed in misura particolare in Italia, sembra essersi interrotta nei primi mesi del 2017.

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Questo dovrebbe gradualmente contribuire ad attenuare la compressione dei margini di interesse che ha caratterizzato le banche in Eurozona a seguito delle politiche monetarie espansive, convenzionali e non convenzionali, adottate dalla Banca centrale europea negli ultimi tre anni.

I mercati finanziari dell’area euro si sono contraddistinti per un contesto di relativa bassa volatilità nel primo semestre del 2017, se si esclude il periodo antecedente le elezioni presidenziali in Francia a fine aprile.

In termini di ricadute sull’andamento dei mercati azionari, a giugno 2017, tra i tre paesi di riferimento del Gruppo, la borsa Austriaca si è contraddistinta per i guadagni maggiori, con una espansione cumulata di circa il 20%, rispetto a dicembre 2016, seguita dalla borsa tedesca e dalla borsa Italiana, che hanno messo a segno un guadagno di circa il 7% in termini cumulati, rispetto a dicembre 2016.

Indicatori tecnici (sett.):
RSI(14) Neutrale
STOCH (9,6) Neutrale
STOCHRSI (14) Ipervenduto
MACD(12,26) Comprare
ATR(14) meno volatilità
CCI(14) Vendere
ADX(14) Vendere
ROC Vendere
UO Vendere
Williams R: Vendere.

Medie mobili esponenziali:
il prezzo è collocato al di sotto di Ema20, quest’ultima è inferiore a Ema50; entrambe sono superiori alla media mobile di periodo 200 (SMA). Secondo questa teoria NON è in atto l’orientamento più ribassista possibile.

Bande di Bollinger (vedi grafico): i trader colgono dei segnali di acquisto quando il prezzo tocca la banda inferiore, o si allunga per breve periodo al di fuori di essa, colgono invece dei segnali di vendita quando il prezzo tocca la banda di Bollinger superiore, o si allunga per breve tempo al di fuori di essa (questo ind. Funziona meglio durante una fase di contrazione del range).

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Beta: 1.94
Ratio Prezzo/Utile: N.A.
Eps: -11.37
Range 52 settimane: 9.295 – 18.38 euro


Evoluzione prevedibile della gestione
Nel primo semestre del 2017, il recupero della crescita globale ha guadagnato slancio grazie ad una dinamica dei mercati emergenti migliore rispetto a quanto inizialmente previsto. Ciò ha sostenuto i flussi commerciali globali, che ora si stanno espandendo al ritmo più forte dal 2011, fornendo nuovi impulsi alla crescita economica (presente e futura) in un buon numero di paesi, prevalentemente in Europa.

Grazie ai risultati elettorali positivi in Olanda e in Francia, dove le forze populiste sono state sconfitte, i movimenti politici estremi non rappresentano più una minaccia per la stabilità dell’unione monetaria. L’economia britannica è entrata in quello che potrebbe essere un rallentamento persistente.

La principale causa di tale evoluzione è costituita dalla Brexit: il risultato delle elezioni generali ha aumentato l’incertezza politica e quindi la probabilità di un’uscita sia dal mercato unico che dall’unione doganale dell’UE.

Negli Stati Uniti, il recupero rimane solido ma probabilmente sta perdendo forza a seguito dell’andamento deludente della crescita nella prima parte dell’anno.

In Cina, la crescita continua ad essere superiore all’obiettivo del 6,5% fissato dal governo. Finora, Pechino è riuscita a rivitalizzare il settore industriale attraverso una combinazione di politiche di gestione della domanda e di
contenimento dell’offerta nell’industria pesante, aumentando i prezzi e i profitti delle aziende pubbliche più indebitate.

Infine, il recupero della domanda estera e del commercio mondiale, insieme ad un aumento dell’appetito per il rischio, hanno contribuito a migliorare le prospettive di crescita per la regione CEE.

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La Russia in particolare è uscita dalla recessione, ma la crescita probabilmente rimarrà lenta a causa dei vincoli strutturali.

Il recupero dell’area euro si sta rafforzando e ampliando, con una crescita del PIL che probabilmente si stabilizzerà a circa il 2% in termini annualizzati nella prima metà del 2017, e manterrà un ritmo analogo nel secondo semestre.

Tale miglioramento è imputabile principalmente all’accelerazione del commercio globale che ha fornito un nuovo impulso alle esportazioni della zona euro, con un effetto positivo su tutta l’economia, che continua ad essere
sostenuta da condizioni finanziarie particolarmente favorevoli, compresi i tassi di interesse sui prestiti bancari ancora molto bassi.

I chiari segnali di rafforzamento della ripresa provengono da indagini tra le società che producono beni durevoli e che operano nel settore delle costruzioni: il loro ottimismo, a livelli storicamente elevati, favorisce in un’ottica d’investimento.

L’occupazione ha superato il livello pre-crisi e la fiducia delle famiglie è in aumento.

Nel secondo semestre dell’anno si prevede che questi andamenti positivi continuino. In Italia, la crescita economica nel primo trimestre del 2017 si è confermata più forte delle attese con un aumento del PIL dello 0,4% trimestre su trimestre.

Tale sorpresa positiva sembra essere in linea con i messaggi incoraggianti provenienti dalle indagini di fiducia, sia per il settore manifatturiero che per il settore dei servizi.

Le attese sono dunque per una continuazione della ripresa che, per il 2017, dovrebbe supportare una crescita del PIL lievemente superiore all’1%. Il principale impulso alla crescita è atteso da una accelerazione delle esportazioni e da un miglioramento della dinamica degli investimenti in macchinari ed attrezzature, anche grazie al supporto degli incentivi fiscali esistenti per attrezzature e innovazione.

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La crescita dei consumi privati dovrebbe mostrare segnali di moderazione rispetto ai due anni precedenti, soprattutto per effetto di un’inflazione più elevata che probabilmente inciderà sul potere d’acquisto dei consumatori,
tuttavia un supporto potrebbe derivare da un andamento migliore delle attese sul fronte dell’occupazione e dunque del reddito delle famiglie.

La ripresa del credito è attesa continuare, con un miglioramento della dinamica dei prestiti alle imprese, che nel primo semestre del 2017 hanno evidenziato solo una stabilizzazione rispetto all’anno precedente.

I deboli prezzi delle materie prime continuano a pesare negativamente sulle pressioni inflazionistiche.

Nel mese di giugno, il tasso d’inflazione nella zona euro è stato solo dell’1,4%.

L’inflazione di fondo (che esclude i beni volatili come energia e cibo) rimane bassa, intorno all’1%.

L’inflazione dovrebbe accelerare verso la fine dell’anno.

Nel mese di marzo, come annunciato in precedenza, la BCE ha ridotto i suoi acquisti mensili di attività finanziarie da 80 miliardi a 60 miliardi di euro. Inoltre, ha eliminato il suo suggerimento per un possibile ulteriore taglio dei tassi in futuro.

I tassi di riferimento, invece, sono rimasti invariati e rimarranno al livello attuale almeno per il prossimo anno (tasso sui depositi bancari: -0,40% e tasso principale: 0,00%).

Nella seconda metà del 2017, i risultati del Gruppo dovrebbero beneficiare di una moderata accelerazione della crescita economica, in linea con il positivo andamento registrato nei primi mesi dell’anno.

Il livello dei tassi è previsto rimanere basso con le conseguenti implicazioni sulla dinamica del margine di interesse, tuttavia il Gruppo continuerà l’implementazione delle azioni incluse nel Piano, con particolare attenzione alla riduzione dei costi e alla riduzione e monitoraggio dei rischi.

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Inoltre, i risultati del Gruppo continueranno a beneficiare della strategia di cross-selling, delle sinergie sui costi e della diversificazione geografica e di prodotto, che dovrebbe essere ulteriormente sostenuta da una generale ripresa del contesto macroeconomico europeo.

Il Gruppo farà anche leva su una struttura di capitale ancora più solida, in seguito al perfezionamento dell’aumento di capitale e delle azioni di M&A previste dal piano pluriennale 2016-2019 “Transform 2019”.

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