Venerdì il dollaro USA è sceso per il terzo giorno consecutivo. Continuano a sentirsi gli effetti dell’audizione al Congresso del presidente della Fed Powell. Nel comparto G10, il biglietto verde è calato soprattutto conto le valute legate alle materie prime, come l’aussie (-0,36%), il kiwi (-0,35%) e il loonie (-0,25%). Anche la moneta unica ha continuato a recuperare, consolidandosi intorno alla soglia a 1,1160, ma i guadagni sono stati più contenuti. Ciò è dovuto al fatto che per l’euro le prospettive sono più incerte, dal momento che la BCE ha un margine d’azione inferiore rispetto alla Fed.
La BCE non ha neanche tentato di ridurre il suo programma di allentamento quantitativo, per cui I tassi d’interesse sono già piatti o negativi, e gli attivi di bilancio gonfiati. La Fed, invece, un certo margine di manovra ce l’ha: il tasso sui Fed Funds è intorno al 2,25% e negli ultimi 20 mesi il bilancio è stato ridotto di più di USD 630 miliardi.
In questo quadro, prevediamo che la moneta unica continuerà ad apprezzarsi contro il biglietto verde. L’apprezzamento effettivo inizierà però sul finire dell’estate, quando inizieranno ad avere effetto le condizioni monetarie più accomodanti negli USA e i partecipanti al mercato cominceranno a mettere in conto un altro taglio del tasso. Prevediamo che la moneta unica si porti verso la soglia a 1,15 man mano che ci avviciniamo alla fine dell’anno.