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Greggio in calo, Brent sotto i 60 dollari

Pubblicato 16.12.2014, 12:50
© Reuters.  Continua il selloff del petrolio, Brent sotto i 60 dollari
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Investing.com - Il crollo dei prezzi del petrolio continua questo martedì, tra i dati industriali cinesi deludenti ed il rilascio dei dati della zona euro che alimentano i timori per le previsioni della domanda.

Il futures del greggio West Texas Intermediate con consegna a gennaio sono in calo del 2,56% a 54,81 dollari al barile, il minimo dal maggio 2009.

Il greggio Brent è sceso sotto i 60 dollari al barile per la prima volta dal maggio 2009, con un crollo del 3,02% a 59,37 dollari al barile.

Sul petrolio hanno pesato i dati che hanno mostrato che l’attività manifatturiera si è contratta in Cina per la prima volta in sette mesi a dicembre. I dati hanno alimentato i timori sull’indebolimento dell’economia globale.

La lettura preliminare dell’indice PMI HSBC manifatturiero è a 49,5, contro la lettura di 50,0 di novembre e sotto le previsioni di 49,9.

Nella zona euro i dati hanno mostrato che l’attività del settore privato è cresciuta più velocemente del previsto a dicembre, ma il ritmo di espansione è stato uno dei più deboli dell’anno.

Il settore privato è cresciuto al ritmo più lento degli ultimi 18 mesi, mentre il settore privato francese è rimasto in territorio di contrazione.

I dati deboli alimentano i timori sulla domanda futura di petrolio, mentre continuano a pesare i livelli elevati di scorte e l’indebolimento dei mercati emergenti e delle loro valute.

Il ruble russo è sceso ad un nuovo minimo contro il dollaro questo martedì, dopo l’aumento di emergenza dei tassi di interesse che non è riuscito ad allentare la forte pressione sulla valuta.

L’Agenzia internazionale per l'energia ha tagliato le previsioni di crescita della domanda per il 2015 di 230.000 barili al giorno a 0,9 milioni di barili al giorno, a causa di una sovrapproduzione ed un’economia globale più debole.

Il prezzo del greggio Brent scambiato sulla borsa di Londra ha visto un calo di quasi il 47% da giugno, dopo l’impennata a circa 116 dollari al barile, mentre i futures del greggio WTI hanno perso quasi il 46% dal massimo di 107,50 dollari registrato a giugno.

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