di Aaron Sheldrick
LONDRA (Reuters) - I prezzi del greggio scambiano in ribasso, anche se non distanti da massimi pluriennali, sostenuti da una contrazione dell'offerta globale e dalla forte domanda negli Stati Uniti, il primo consumatore a livello mondiale.
Intorno alle ore 11,50 italiane, i futures sul Brent cedono 55 centesimi, o lo 0,6%, a 85,44 dollari il barile. I futures sul greggio Usa perdono 64 centesimi, o lo 0,76%, a 83,13 dollari il barile.
"Non ci sono ragioni specifiche per questo calo dei prezzi... Se il mercato rimane contratto, ciò dovrebbe spingere i prezzi in rialzo", ha detto l'analista di Commerzbank (DE:CBKG) Carsten Fritsch.
Secondo Goldman Sachs (NYSE:GS), il Brent probabilmente supererà i 90 dollari il barile stimati per la fine dell'anno, mentre Larry Fink, Ceo di BlackRock (NYSE:BLK), ha notato un'elevata probabilità che il greggio raggiunga 100 dollari il barile.
Anche se la crisi cinese nel mercato energetico e del carbone è migliorata dopo l'intervento del governo, i prezzi energetici sono rimasti elevati a livello mondiale, dato il calo delle temperature e l'arrivo dell'inverno nelle regioni settentrionali.
Il consumo di benzina e distillati negli Stati Uniti è nuovamente in linea con la media di cinque anni dopo oltre un anno di depressione della domanda, e il mercato osserverà attentamente i livelli delle scorte Usa.
Si prevede che le scorte di greggio siano aumentate di 1,7 milioni di barili la scorsa settimana, laddove le scorte di benzina e di distillati dovrebbero esser calate, in base a un sondaggio di analisti condotto da Reuters.
(Tradotto a Danzica da Enrico Sciacovelli, in Redazione a Roma Francesca Piscioneri, enrico.sciacovelli@thomsonreuters.com, +48587696613)