LONDRA (Reuters) - Le quotazioni dei derivati sul greggio correggono di una decina di centesimi rispetto alla chiusura precedente, mentre gli investitori aggiustano le posizioni prima del discorso del presidente di Federal Reserve Jerome Powell in cerca di conferme di un nuovo taglio dei tassi d'interesse per la seconda volta quest'anno, a sostegno dell'economia.
Poco dopo prima delle 12 i futures sul Brent, l'indice di riferimento mondiale per i prezzi petroliferi, scambiano in ribasso di 10 centesimi a 59,82 dollari il barile, in rialzo però di circa 2% in settimana.
I futures sul greggio Usa scambiano in ribasso di 6 centesimi a 55,33 dollari il barile, in rialzo dello 0,8% questa settimana.
"Per ora, tutto dipende dall'impatto dell'opinione di Powell durante il suo discorso oggi. Insisterà che l'economia statunitense è solida o ne evidenzierà i crescenti rischi al ribasso? L'interpretrazione degli investitori sull'opinione di Powell sulle misure da adottare muoverà certamente i mercati", osserva Han Tan, analista di mercato Fxtm.
Gli investitori passeranno al setaccio le sue dichiarazioni al meeting dei banchieri centrali a Jackson Hole, Wyoming, in cerca di indizi sui tassi statunitensi, tra l'inasprimento della guerra dei dazi e le costanti incertezze di mercato.
Alimentando i timori di possibile recessione, l'industria manufatturiera statunitense ha registrato il primo mese in contrazione da quasi 10 anni.
Tuttavia, i tagli dell'Opec+ alla produzione di petrolio, insieme alla riduzione nelle importazioni dall'Iran e dal Venezuela a causa delle sanzioni Usa, hanno continuato a sostenere i prezzi del petrolio.
Harry Tchilinguirian, di Bnp Paribas (PA:BNPP), osserva che il mercato mostra dati ribassisti, con aumenti delle esportazioni di petrolio dall'Arabia Saudita e della produzione di greggio della Russia, al di sopra della sua quota secondo l'accordo con l'Opec+, e con la major petrolifera statale russa Rosneft che ha aiutato le spedizioni di petrolio venezuelano in Cina e India.
L'Opec+ ha rinnovato a luglio l'accordo per i tagli alla produzione petrolifera, estendendoli fino a marzo 2020 per evitare un aumento delle scorte che potrebbe minare i prezzi.