Investing.com – I futures sul petrolio greggio oggi sono in salita, dal minimo di tre settimane toccato nella sessione precedente, per i timori per l’interruzione delle forniture di petrolio iraniano e nigeriano.
Sul New York Mercantile Exchange, i futures del greggio con consegna a febbraio sono stati scambiati a 99,53 dollari al barile durante gli scambi europei della mattinata, in salita dello 0,65%.
Precedentemente il prezzo era salito dello 0,77% al massimo giornaliero di 99,64 dollari al barile.
I prezzi del petrolio sono precipitati al livello più basso da metà dicembre in seguito al downgrade di massa
dell’agenzia di rating Standard & Poor’s che ha strappato al tripla A di Francia e Austria ed ha abbassato di due tacche il rating di Italia, Spagna, Cipro e Portogallo.
Tuttavia, i prezzi hanno riacquistato forza, poiché i traders del petrolio hanno continuato a monitorare le tensioni tra l'Iran e l'Occidente dopo che la Repubblica Islamica ha avvertito durante il fine settimana che una interruzione delle forniture greggio attraverso lo stretto di Hormuz potrebbe causare uno shock per i mercati che “nessun paese” sarebbe in grado di gestire.
Nel frattempo, in Gran Bretagna ministro degli esteri William Hague ha dichiarato di credere che l'Unione europea sarà d’accordo sulle nuove dure sanzioni contro il settore petrolifero di Teheran alla fine del mese.
I prezzi del petrolio sono andati sotto pressione la scorsa settimana dopo la diffusione della notizia che l’embargo dell'Unione europea dalle importazioni di petrolio iraniano potrebbe essere ritardato di sei mesi per consentire ad alcuni paesi per trovare delle forniture alternative.
I Ministri degli Esteri dei 27 Stati membri dell'Unione decideranno sulle sanzioni il 23 gennaio a Bruxelles.
L'Iran è il quarto produttore mondiale di petrolio, ed ha prodotto circa il 5% del petrolio mondiale nel 2010. La minaccia di un’interruzione delle forniture ha spinto i prezzi del petrolio nelle sessioni recenti.
Ad ulteriore supporto dei prezzi, il mancato accordo tra il presidente nigeriano Goodluck Jonathan and ed i sindacati, circa la rimozione dei sussidi per l’estrazione petrolifera; un mancato accordo che accresce i timori su un’interruzione nel settore petrolifero africano.
La Nigeria produce circa 2 milioni di barili al giorno, il maggiore produttore in Africa, con le esportazioni dirette principalmente verso USA ed Europa.
Sull’ICE Futures Exchange, i futures sul petrolio Brent con consegna febbraio sono saliti dello 0,85% a 111,28 dollari al barile, con lo spread tra i contratti Brent e il greggio a 11,75 dollari al barile.
La piazza NYMEX è chiusa oggi per il Martin Luther King Jr. day.
Sul New York Mercantile Exchange, i futures del greggio con consegna a febbraio sono stati scambiati a 99,53 dollari al barile durante gli scambi europei della mattinata, in salita dello 0,65%.
Precedentemente il prezzo era salito dello 0,77% al massimo giornaliero di 99,64 dollari al barile.
I prezzi del petrolio sono precipitati al livello più basso da metà dicembre in seguito al downgrade di massa
dell’agenzia di rating Standard & Poor’s che ha strappato al tripla A di Francia e Austria ed ha abbassato di due tacche il rating di Italia, Spagna, Cipro e Portogallo.
Tuttavia, i prezzi hanno riacquistato forza, poiché i traders del petrolio hanno continuato a monitorare le tensioni tra l'Iran e l'Occidente dopo che la Repubblica Islamica ha avvertito durante il fine settimana che una interruzione delle forniture greggio attraverso lo stretto di Hormuz potrebbe causare uno shock per i mercati che “nessun paese” sarebbe in grado di gestire.
Nel frattempo, in Gran Bretagna ministro degli esteri William Hague ha dichiarato di credere che l'Unione europea sarà d’accordo sulle nuove dure sanzioni contro il settore petrolifero di Teheran alla fine del mese.
I prezzi del petrolio sono andati sotto pressione la scorsa settimana dopo la diffusione della notizia che l’embargo dell'Unione europea dalle importazioni di petrolio iraniano potrebbe essere ritardato di sei mesi per consentire ad alcuni paesi per trovare delle forniture alternative.
I Ministri degli Esteri dei 27 Stati membri dell'Unione decideranno sulle sanzioni il 23 gennaio a Bruxelles.
L'Iran è il quarto produttore mondiale di petrolio, ed ha prodotto circa il 5% del petrolio mondiale nel 2010. La minaccia di un’interruzione delle forniture ha spinto i prezzi del petrolio nelle sessioni recenti.
Ad ulteriore supporto dei prezzi, il mancato accordo tra il presidente nigeriano Goodluck Jonathan and ed i sindacati, circa la rimozione dei sussidi per l’estrazione petrolifera; un mancato accordo che accresce i timori su un’interruzione nel settore petrolifero africano.
La Nigeria produce circa 2 milioni di barili al giorno, il maggiore produttore in Africa, con le esportazioni dirette principalmente verso USA ed Europa.
Sull’ICE Futures Exchange, i futures sul petrolio Brent con consegna febbraio sono saliti dello 0,85% a 111,28 dollari al barile, con lo spread tra i contratti Brent e il greggio a 11,75 dollari al barile.
La piazza NYMEX è chiusa oggi per il Martin Luther King Jr. day.