Investing.com - I futures dell’oro sono andati sotto forte pressione stamane, scendendo al minimo di una settimana, con un forte sell-off di euro degli operatori che si buttano sul dollaro al peggiorare della situazione finanziaria spagnola.
La divisione Comex del New York Mercantile Exchange, ha scambiato i futures dell’oro con consegna ad agosto a 1.549,55 dollari l’oncia troy nella mattinata europea, in calo dello 0,1%.
Precedentemente il prezzo era sceso dello 0,65%, a 1.547,25 dollari l’oncia troy, il minimo dal 23 maggio.
I futures dell’oro hanno trovato supporto a 1.533,25 dollari l’oncia troy, il minimo dal 23 maggio e resistenza 1.585,65, il massimo del 28 maggio.
Le perdite dell’oro sono dovute all’aggravarsi della situazione in Spagna, dove l’aumento del rendimento dei titoli, i costi crescenti per sostenere le banche e la recessione economia hanno acceso le preoccupazioni che l’aumento dei costi per i salvataggio alle banche possa costringere Madrid a chiedere un salvataggio internazionale.
Il rendimento dei titoli spagnoli a 10 anni ieri è salito ai livelli più alti dell’anno, avvicinandosi alla soglia del 7% che ha preceduto i salvataggi internazionali in Grecia, Irlanda e Protogallo.
Ieri sera l’agenzia di rating Egan-Jones ha declassato il rating del debito sovrano spagnolo per la terza volta in meno di un mese, a causa degli elevati livelli del debito del paese.
Le preoccupazioni si sono sviluppate nelle ultime sessioni, dopo che Bankia, il quarto gruppo bancario iberico, ha dichiarato di necessitare di 19 miliardi di euro in aiuti statali.
Il settore bancario spagnolo ha ricevuto un altro duro colpo dalla BCE, che si è opposta ad ogni tentativo di ricapitalizzare Bankia attraverso i prestiti della banca centrale.
A destare ulteriori preoccupazioni arrivano le dimissioni del Governatore della Banca di Spagna, Miguel Angel Fernandez Ordonez, che lascia con un mese di anticipo il suo mandato.
Sebbene l’oro sia visto come bene rifugio in tempi di incertezza economica, il problema del debito ha fatto poco per spingere l’appeal del metallo prezioso.
Un dollaro più forte ed un euro più debole hanno pesato invece sull’oro, poiché il metallo prezioso si è mosso in tandem con i beni più rischiosi negli ultimi mesi, dopo aver toccato il record di 1.920 dollaro l’oncia troy a settembre.
L’euro è sceso ad un nuovo record di 22 mesi contro il dollaro, mentre l’indice del dollaro, che replica la performance del biglietto verde contro un paniere di altre sei principali valute, è salito dello 0,32% a 82,72, il più alto livello dal settembre 2010.
L’oro ha perso l’appeal di bene rifugio, contro dollaro, bond del Tesoro e Bund Tedeschi, poiché un dollaro più forte rende il metallo prezioso meno attraente per i titolari di altre valute.
Nel corso della giornata l’Italia terrà un asta di 6,25 miliardi di titoli a 5 e 10 anni. Le aste dei titoli sono diventati fattori chiave del sentimento di rischio negli ultimi mesi, in quanto gli operatori cercano di misurare la capacità delle nazioni indebitate della zona euro di auto-finanziarsi.
Sul Comex, l’argento con consegna a luglio ha segnato un calo dello 0,55% a 27,63 dollari l’oncia troy, mentre il rame con consegna a luglio ha segnato -0,9% a 3,431 dollari la libbra.
La divisione Comex del New York Mercantile Exchange, ha scambiato i futures dell’oro con consegna ad agosto a 1.549,55 dollari l’oncia troy nella mattinata europea, in calo dello 0,1%.
Precedentemente il prezzo era sceso dello 0,65%, a 1.547,25 dollari l’oncia troy, il minimo dal 23 maggio.
I futures dell’oro hanno trovato supporto a 1.533,25 dollari l’oncia troy, il minimo dal 23 maggio e resistenza 1.585,65, il massimo del 28 maggio.
Le perdite dell’oro sono dovute all’aggravarsi della situazione in Spagna, dove l’aumento del rendimento dei titoli, i costi crescenti per sostenere le banche e la recessione economia hanno acceso le preoccupazioni che l’aumento dei costi per i salvataggio alle banche possa costringere Madrid a chiedere un salvataggio internazionale.
Il rendimento dei titoli spagnoli a 10 anni ieri è salito ai livelli più alti dell’anno, avvicinandosi alla soglia del 7% che ha preceduto i salvataggi internazionali in Grecia, Irlanda e Protogallo.
Ieri sera l’agenzia di rating Egan-Jones ha declassato il rating del debito sovrano spagnolo per la terza volta in meno di un mese, a causa degli elevati livelli del debito del paese.
Le preoccupazioni si sono sviluppate nelle ultime sessioni, dopo che Bankia, il quarto gruppo bancario iberico, ha dichiarato di necessitare di 19 miliardi di euro in aiuti statali.
Il settore bancario spagnolo ha ricevuto un altro duro colpo dalla BCE, che si è opposta ad ogni tentativo di ricapitalizzare Bankia attraverso i prestiti della banca centrale.
A destare ulteriori preoccupazioni arrivano le dimissioni del Governatore della Banca di Spagna, Miguel Angel Fernandez Ordonez, che lascia con un mese di anticipo il suo mandato.
Sebbene l’oro sia visto come bene rifugio in tempi di incertezza economica, il problema del debito ha fatto poco per spingere l’appeal del metallo prezioso.
Un dollaro più forte ed un euro più debole hanno pesato invece sull’oro, poiché il metallo prezioso si è mosso in tandem con i beni più rischiosi negli ultimi mesi, dopo aver toccato il record di 1.920 dollaro l’oncia troy a settembre.
L’euro è sceso ad un nuovo record di 22 mesi contro il dollaro, mentre l’indice del dollaro, che replica la performance del biglietto verde contro un paniere di altre sei principali valute, è salito dello 0,32% a 82,72, il più alto livello dal settembre 2010.
L’oro ha perso l’appeal di bene rifugio, contro dollaro, bond del Tesoro e Bund Tedeschi, poiché un dollaro più forte rende il metallo prezioso meno attraente per i titolari di altre valute.
Nel corso della giornata l’Italia terrà un asta di 6,25 miliardi di titoli a 5 e 10 anni. Le aste dei titoli sono diventati fattori chiave del sentimento di rischio negli ultimi mesi, in quanto gli operatori cercano di misurare la capacità delle nazioni indebitate della zona euro di auto-finanziarsi.
Sul Comex, l’argento con consegna a luglio ha segnato un calo dello 0,55% a 27,63 dollari l’oncia troy, mentre il rame con consegna a luglio ha segnato -0,9% a 3,431 dollari la libbra.