Investing.com - Il prezzo dell’oro sale questo lunedì per via del dollaro debole. Le critiche mosse nel fine settimana dal Presidente USA Donald Trump alla Fed ed alla politica monetaria globale hanno contribuito a far salire il prezzo del metallo prezioso.
I future dell’oro con consegna ad agosto sulla divisione Comex del New York Mercantile Exchange salgono dello 0,11%, a 1.232,4 dollari l’oncia troy alle 1:39 ET (05:39 GMT).
Venerdì Trump ha inasprito le critiche sulla politica dell’aumento dei tassi della Federal Reserve affermando che limita il “grande vantaggio competitivo” degli Stati Uniti e che potrebbe pesare sull’economia del paese.
Ha anche accusato Unione Europea e Cina di manipolazione delle rispettive valute.
“La Cina, l’Unione Europea ed altri stanno manipolando le loro valute e i tassi di interesse, facendoli scendere”, si legge in un tweet di Trump del fine settimana. E questo, insieme agli aumenti dei tassi di interesse USA, sta indebolendo l’economia statunitense in quanto il dollaro si rafforza, ha aggiunto.
I suoi commenti sulla valuta seguono l’intervista alla CNBC in cui ha affermato di essere pronto ad applicare dazi su tutti i prodotti cinesi che arrivano negli Stati Uniti.
“Sono pronto ad arrivare ai 500”, ha dichiarato Trump, riferendosi ai 505,5 miliardi di dollari di prodotti cinesi che gli Stati Uniti hanno importato nel 2017.
Stati Uniti e Cina hanno introdotto dazi reciproci su 34 miliardi di dollari di prodotti all’inizio del mese. Il governo Trump ha anche annunciato una lista di dazi proposti su 200 miliardi di dollari di importazioni cinesi, sebbene non siano ancora stati applicati.
L’oro di solito è considerato un investimento alternativo nei periodi di incertezza politica ed economica.
Intanto, il dollaro scende questo lunedì sulla scia degli eventi del fine settimana.
L’indice del dollaro USA, che replica l’andamento del biglietto verde contro un paniere di valute, si attesta a 94,06 alle 1:05 ET (05:05 GMT), giù dello 0,2% rispetto alla seduta precedente.
Un dollaro debole rende l’oro, valutato in dollari, più economico per i titolari di altre valute.