Investing.com – I futures sul petrolio greggio sono rimbalzati dal minimo di due settimane venerdì, chiudendo in leggero rialzo alla fine dei una settimana agitata e accorciata, tra i timori su una interruzione delle forniture dal Medio Oriente che hanno messo in ombra le preoccupazioni per la crisi del debito della zona euro.
Sul New York Mercantile Exchange, i futures del greggio con consegna a gennaio sono stati scambiati a 97,36 dollari al barile alla chiusura degli scambi di venerdì, in calo dello 0,21% sulla settimana.
I volumi di scambio ridotti hanno contribuito alla volatilità dei prezzi del petrolio venerdì, con molti traders fuori dai mercati per il ponte dopo la festa del Ringraziamento negli Stati Uniti.
I prezzi sono scesi dell’ 1,8% all'inizio della giornata di a 94,98 dollari al barile, il minimo dal 9 novembre, dopo che i rendimenti dei titoli italiani di 10 anni sono saliti sopra il 7%, anche se la Banca centrale europea ha acquistato bond sul mercato secondario.
L'aumento dei costi del debito italiano ha fatto seguito ad un’asta deludente di debito pubblico italiano, che ha incrementato i timori sull’aggravarsi della crisi del debito nella regione.
L'asta è stata due giorni dopo quella della Germania, la principale economia della zona euro che ha mancato il suo obiettivo di vendita di 6 miliardi di euro in un'asta di titoli a 10 anni, la peggiore asta di debito dall’avvento della moneta unica.
Venerdì, l’agenzia di rating Standard & Poor ha declassato il rating di credito del Belgio di una tacca, con outlook negativo, a causa delle rinnovate pressioni sui finanziamenti e sul rischio di mercato.
Tuttavia, il forte calo dei prezzi ha innescato qualche caccia all’affare tra i traders riluttanti verso un calo ulteriore dei prezzi, nelle crescenti tensioni geopolitiche sul programma nucleare dell'Iran e sui disordini in Medio Oriente.
Un portavoce del ministero degli Esteri francese ha dichiarato venerdì che la Francia vuole delle sanzioni contro l'Iran "senza precedenti" , tra cui un eventuale divieto sulle importazioni di petrolio dal paese, ed è in trattative con i colleghi membri dell'Unione europea in vista del vertice dell’1 dicembre tra i ministri degli esteri dell'UE in Bruxelles.
Nel frattempo, in Arabia Saudita, quattro persone sono state uccise e nove persone sono rimaste ferite venerdì negli scontri tra manifestanti sciiti e forze di sicurezza saudite nella Provincia Orientale ricca di petrolio.
L'Arabia Saudita è il maggior produttore di petrolio al mondo e il più grande esportatore tra i membri dell'Opec, mentre l'Iran è il quarto produttore mondiale di petrolio e il secondo esportatore tra i membri dell'OPEC.
I prezzi del greggio sono andati sotto pressione giovedì dopo che Fitch Ratings ha tagliato il rating sovrano del Portogallo a junk, un giorno dopo l'avvertimento che la Francia potrebbe perdere la tripla A di rating se i leader dell'Unione europea non riusciranno a prendere provvedimenti per evitare che la crisi peggiori.
Gli investitori sono rimasti nervosi anche dopo le dichiarazioni del Cancelliere tedesco Angela Merkel, la quale ha sottolineato le preoccupazioni che i leader europei non saranno in grado di trovare una soluzione alla crisi del debito.
Sull’ ICE Futures Exchange, i futures sul petrolio Brent con consegna gennaio sono rimasti stabili a 106,55 al barile alla chiusura degli scambi di venerdì, il prezzo più basso dall’11 ottobre.
Il contratto Brent ha perso lo 0,91% nell'arco della settimana, con lo spread tra il Brent e il greggio a 9,19 dollari al barile.
I timori in corso sulla crisi del debito della zona euro hanno pesato sui prezzi del Brent nelle recenti sessioni, con il divario tra i due contratti in restringimento da un record di 27,88 dollari barile raggiunto a metà ottobre.
La zona euro ha rappresentato quasi il 16% del consumo mondiale di petrolio nel 2010, secondo i dati di British Petroleum.
Nella prossima settimana, gli investitori terranno d’occhio un'asta di debito pubblico belga lunedì dopo che l’agenzia di rating Standard & Poor ha declassato il rating sul Belgio di una tacca venerdì.
Nel frattempo, i ministri delle finanze della zona euro si incontreranno mercoledì per discutere i dettagli sullo sfruttamento del fondo di salvataggio della regione, anche se un annuncio importante è improbabile.
Sempre la prossima settimana, gli Stati Uniti rilasceranno l’attesissimo rapporto sui libri paga non agricoli. I traders del petrolio stanno prestando molta attenzione alle letture sui livelli occupazionali degli Stati Uniti che mostrano che le persone stanno tornando a lavorare, portando un maggior consumo di energia.
Sul New York Mercantile Exchange, i futures del greggio con consegna a gennaio sono stati scambiati a 97,36 dollari al barile alla chiusura degli scambi di venerdì, in calo dello 0,21% sulla settimana.
I volumi di scambio ridotti hanno contribuito alla volatilità dei prezzi del petrolio venerdì, con molti traders fuori dai mercati per il ponte dopo la festa del Ringraziamento negli Stati Uniti.
I prezzi sono scesi dell’ 1,8% all'inizio della giornata di a 94,98 dollari al barile, il minimo dal 9 novembre, dopo che i rendimenti dei titoli italiani di 10 anni sono saliti sopra il 7%, anche se la Banca centrale europea ha acquistato bond sul mercato secondario.
L'aumento dei costi del debito italiano ha fatto seguito ad un’asta deludente di debito pubblico italiano, che ha incrementato i timori sull’aggravarsi della crisi del debito nella regione.
L'asta è stata due giorni dopo quella della Germania, la principale economia della zona euro che ha mancato il suo obiettivo di vendita di 6 miliardi di euro in un'asta di titoli a 10 anni, la peggiore asta di debito dall’avvento della moneta unica.
Venerdì, l’agenzia di rating Standard & Poor ha declassato il rating di credito del Belgio di una tacca, con outlook negativo, a causa delle rinnovate pressioni sui finanziamenti e sul rischio di mercato.
Tuttavia, il forte calo dei prezzi ha innescato qualche caccia all’affare tra i traders riluttanti verso un calo ulteriore dei prezzi, nelle crescenti tensioni geopolitiche sul programma nucleare dell'Iran e sui disordini in Medio Oriente.
Un portavoce del ministero degli Esteri francese ha dichiarato venerdì che la Francia vuole delle sanzioni contro l'Iran "senza precedenti" , tra cui un eventuale divieto sulle importazioni di petrolio dal paese, ed è in trattative con i colleghi membri dell'Unione europea in vista del vertice dell’1 dicembre tra i ministri degli esteri dell'UE in Bruxelles.
Nel frattempo, in Arabia Saudita, quattro persone sono state uccise e nove persone sono rimaste ferite venerdì negli scontri tra manifestanti sciiti e forze di sicurezza saudite nella Provincia Orientale ricca di petrolio.
L'Arabia Saudita è il maggior produttore di petrolio al mondo e il più grande esportatore tra i membri dell'Opec, mentre l'Iran è il quarto produttore mondiale di petrolio e il secondo esportatore tra i membri dell'OPEC.
I prezzi del greggio sono andati sotto pressione giovedì dopo che Fitch Ratings ha tagliato il rating sovrano del Portogallo a junk, un giorno dopo l'avvertimento che la Francia potrebbe perdere la tripla A di rating se i leader dell'Unione europea non riusciranno a prendere provvedimenti per evitare che la crisi peggiori.
Gli investitori sono rimasti nervosi anche dopo le dichiarazioni del Cancelliere tedesco Angela Merkel, la quale ha sottolineato le preoccupazioni che i leader europei non saranno in grado di trovare una soluzione alla crisi del debito.
Sull’ ICE Futures Exchange, i futures sul petrolio Brent con consegna gennaio sono rimasti stabili a 106,55 al barile alla chiusura degli scambi di venerdì, il prezzo più basso dall’11 ottobre.
Il contratto Brent ha perso lo 0,91% nell'arco della settimana, con lo spread tra il Brent e il greggio a 9,19 dollari al barile.
I timori in corso sulla crisi del debito della zona euro hanno pesato sui prezzi del Brent nelle recenti sessioni, con il divario tra i due contratti in restringimento da un record di 27,88 dollari barile raggiunto a metà ottobre.
La zona euro ha rappresentato quasi il 16% del consumo mondiale di petrolio nel 2010, secondo i dati di British Petroleum.
Nella prossima settimana, gli investitori terranno d’occhio un'asta di debito pubblico belga lunedì dopo che l’agenzia di rating Standard & Poor ha declassato il rating sul Belgio di una tacca venerdì.
Nel frattempo, i ministri delle finanze della zona euro si incontreranno mercoledì per discutere i dettagli sullo sfruttamento del fondo di salvataggio della regione, anche se un annuncio importante è improbabile.
Sempre la prossima settimana, gli Stati Uniti rilasceranno l’attesissimo rapporto sui libri paga non agricoli. I traders del petrolio stanno prestando molta attenzione alle letture sui livelli occupazionali degli Stati Uniti che mostrano che le persone stanno tornando a lavorare, portando un maggior consumo di energia.