Investing.com - I futures del petrolio greggio sono in salita questo lunedì, con la fiducia dei consumatori spinta dai progressi per combattere la crisi nella zona euro, in seguito alle voci che la Banca Centrale Europea possa porre di limiti al rendimento dei titoli della zona euro.
Sul New York Mercantile Exchange, i futures del greggio con consegna a settembre sono stati scambiati a 96,14 dollari al barile, in salita dello 0,13%.
Domenica, il periodico tedesco Spegel ha riportato domenica che la BCE potrebbe mettere dei limiti ai rendimenti del debito della zona euro impegnandosi ad acquistare bond, durante il prossimo vertice di settembre.
La BCE non ha rilasciato commenti sulla notizia.
Intanto gli investitori attendono una serie di vertici nella zona euro per discutere le misure per combattere la crisi del debito della zona euro.
Il Primo Ministro del Lussemburgo Jean-Claude Juncker, che è inoltre a capo dell’Eurogruppo, è atteso ad Atene per discutere la richiesta del Primo Ministro greco Antonis Samaras di una proroga di 2 anni al programma fiscale del paese.
Gli investitori attendono i verbali dell’ultimo vertice di politica monetaria della Federal Reserve per avere delle indicazioni sulle future decisioni di politica monetaria della banca centrale.
I dati di venerdì hanno mostrato che l’indice del sentimento dei consumatori dell’Università del Michigan ad agosto ha segnato il livello più alto degli ultimi tre mesi, e la Conference Board ha riportato che l’indice dei principali indicatori è salito più del previsto a luglio.
I dati sono arrivati dopo quelli relativi alle vendite al dettaglio USA e quelli sulla produzione industriale che hanno allentato le aspettative verso un nuovo round di allentamento quantitativo.
Gli USA sono il principale consumatore mondiale di petrolio, e rappresenta il 22% della domanda globale.
I rinnovati timori per gli scontri i Siria e le tensioni crescenti tra Iran e Occidente hanno supportato i prezzi nelle ultime settimane.
Sull’ICE Futures Exchange di Londra, i futures sul petrolio Brent con consegna a settembre sono saliti dello 0,57%, a 114,36 dollari al barile, con lo spread tra i contratti Brent e quelli del greggio a 18,22 dollari al barile.
I prezzi Brent sono stati ben supportati nelle ultime settimane, salendo del 21% dai minimi toccati a giugno, tra i timori per la riduzione delle forniture dal Mare del Nord e l’inasprirsi delle sanzioni contro le esportazioni iraniane dal 1° luglio.
Sul New York Mercantile Exchange, i futures del greggio con consegna a settembre sono stati scambiati a 96,14 dollari al barile, in salita dello 0,13%.
Domenica, il periodico tedesco Spegel ha riportato domenica che la BCE potrebbe mettere dei limiti ai rendimenti del debito della zona euro impegnandosi ad acquistare bond, durante il prossimo vertice di settembre.
La BCE non ha rilasciato commenti sulla notizia.
Intanto gli investitori attendono una serie di vertici nella zona euro per discutere le misure per combattere la crisi del debito della zona euro.
Il Primo Ministro del Lussemburgo Jean-Claude Juncker, che è inoltre a capo dell’Eurogruppo, è atteso ad Atene per discutere la richiesta del Primo Ministro greco Antonis Samaras di una proroga di 2 anni al programma fiscale del paese.
Gli investitori attendono i verbali dell’ultimo vertice di politica monetaria della Federal Reserve per avere delle indicazioni sulle future decisioni di politica monetaria della banca centrale.
I dati di venerdì hanno mostrato che l’indice del sentimento dei consumatori dell’Università del Michigan ad agosto ha segnato il livello più alto degli ultimi tre mesi, e la Conference Board ha riportato che l’indice dei principali indicatori è salito più del previsto a luglio.
I dati sono arrivati dopo quelli relativi alle vendite al dettaglio USA e quelli sulla produzione industriale che hanno allentato le aspettative verso un nuovo round di allentamento quantitativo.
Gli USA sono il principale consumatore mondiale di petrolio, e rappresenta il 22% della domanda globale.
I rinnovati timori per gli scontri i Siria e le tensioni crescenti tra Iran e Occidente hanno supportato i prezzi nelle ultime settimane.
Sull’ICE Futures Exchange di Londra, i futures sul petrolio Brent con consegna a settembre sono saliti dello 0,57%, a 114,36 dollari al barile, con lo spread tra i contratti Brent e quelli del greggio a 18,22 dollari al barile.
I prezzi Brent sono stati ben supportati nelle ultime settimane, salendo del 21% dai minimi toccati a giugno, tra i timori per la riduzione delle forniture dal Mare del Nord e l’inasprirsi delle sanzioni contro le esportazioni iraniane dal 1° luglio.