Di Mauro Speranza
Investing.com – Proseguono le vendite sul petrolio dopo la diffusione dei dati sulle scorte di ieri. Il greggio cede oltre l’1% e sfiora quota 55 dollari al barile, tornando così ai minimi degli ultimi due mesi, con il Brent che segue la scia e viene scambiato a 62 dollari.
La discesa sta tingendo di rosso i titoli petroliferi europei, con Technip (PA:FTI) che cede oltre il 2%, seguita da Saipem (MI:SPMI), Total (PA:TOTF), Royal Dutch Shell PLC Class A (AS:RDSa), Saras (MI:SRS), Tenaris (MI:TENR) e Eni (MI:ENI), tutte in rosso.
Ieri sono stati diffusi i dati sulle scorte da parte dell’American Petroleum Institute (API), dai quali è emerso un aumento di 1,6 milioni di barili, spingendo in basso i prezzi.
Nella giornata di oggi sarà la volta dell’EIA (Energy Information Administration), i cui dati sono previsi per le 17 italiane e in ritardo rispetto al solito a causa della festa di Martin Luther King negli Stati Uniti.
Potrebbe proseguire l’eccesso di offerta di petrolio sul mercato, così come previsto dall’AIE (Agenzia internazionale dell’energia). Secondo l’agenzia, “un’abbondanza di forniture di energia in termini di petrolio e gas”, spiegava il direttore Fatih Birol dal forum economico di Davos. “È questa la ragione per cui gli incidenti che abbiamo visto di recente, dal generale iraniano ucciso ai disordini in Libia, non hanno spinto in rialzo le quotazioni internazionali del greggio”, aggiungeva Birol.
Goldman Sachs lancia l’allarme virus
Mentre prosegue l’abbondanza di petrolio, un altro fattore potrebbe far calare i prezzi del petrolio nel corso del 2020. Secondo Goldman Sachs, infatti, la crisi in Cina legata al corona virus potrebbe spingere portare ad un calo dei consumi di greggio, calcolato intorno ai 260 mila barili nel 2020.Gli effetti della minore domanda potrebbero far scendere i prezzi del greggio di 2,90 dollari, anche se “l’iniziale incertezza sulla potenziale portata dell’epidemia potrebbe provocare vendite più intense di quanto giustificato dai fondamentali”, aggiungono da Goldman Sachs.
Secondo questi esperti, il calo dei consumi riguarderebbe soprattutto il turismo, con i viaggi in aereo e gli spostamenti in generale particolarmente nel mirino, con ricadute importanti sulla crescita economica del gigante asiatico.
Vedute differenti sul petrolio
Secondo altri analisti, l’impatto del virus non sarebbe così letale come lo fu quello della Sars, uccidendo il 10% dei pazienti.
“Per il momento, manteniamo invariate le previsioni economiche su quest’anno, ma la diffusione del virus è chiaramente un importante rischio ribassista e continueremo a monitorare da vicino la situazione”, spiega, Gareth Leather, economista senior di Capital Economics.
Altri, come il famoso gestore di hedge fund Paul Tudor Jones, dissentono.
“Questo coronavirus ci ha scombussolati. Penso che sia un bel problema. Se guardiamo quanto successo nel 2003, le stime andavano tra lo 0,5% ed il 2% per il PIL in Cina e mezzo punto percentuale per il Sudest Asiatico”, ha detto Jones al programma “Squawk Box” della CNBC, durante il Forum Economico Mondiale di Davos, Svizzera. “I mercati azionari hanno segnato un selloff a doppia cifra. Se guardiamo l’escalation dei casi riportati, è molto simile”, aggiungeva l’esperto.