Di Mauro Speranza
Investing.com – Il Premier Giuseppe Conte torna a parlare apertamente di un nuovo lockdown dopo le aperture delle settimane scorse, poi smentite. “Se saranno seguite le regole abbiamo buone possibilità di affrontare dicembre con una certa serenità. In caso contrario ci troveremo di fronte alla necessità di un lockdown”, ha detto Conte parlando del Dpcm.
“Le nostre scelte possono essere sindacate, ma non abbiamo agito in modo indiscriminato, non abbiamo chiuso attività che ritenevamo meno importanti: non ci sono attività di serie A e di serie B”, aggiungeva il Premier.
Il bollettino di ieri sulla situazione italiana relativa al coronavirus parla di quasi 22 mila nuovi casi di Covid 19 nel nostro paese, in aumento rispetto ai 17 mila del giorno precedente. Inoltre, si assiste anche ad un balzo del numero di decessi e di ricoverati in terapia intensiva.
Negli ultimi sette giorni i casi sono arrivati a 130 mila, con un aumento dell’89%, mentre i contagi crescono in tutte le Regioni, in particolare in Lombardia (+107%).
Se aumenta il numero dei tamponi effettuati, cresce anche il numero di positivi rispetto ai test.
Il governo ha varato il ‘decreto ristori’ da oltre 5 miliardi di euro, con lo stop ai licenziamenti fino al 31 gennaio. “Senza misure si rischia un nuovo lockdown" avvertiva Conte, che oggi risponderà in Question time alla Camera., mentre Walter Ricciardi, consigliere del ministro della Salute, invoca il lockdown per Milano e Napoli.
Divisioni nel governo
Nel governo, però, si aprono le spaccature. “Meglio un lockdown totale di queste misure a metà”, attaccava Matteo Renzi, leader di Italia Viva e parte della maggioranza, secondo il quale "stare al governo significa pensare ai cittadini, non obbedire ai ministri. Chiudere i ristoranti alle 18 non diminuisce i contagiati: aumenta i disoccupati. E il problema non sono i teatri ma le metropolitane. Il dramma non sono le palestre ma l'organizzazione dei tamponi".
Ieri, Renzi ribadiva "la necessità di rivedere le chiusure di cultura, sport e ristoranti. Chiudendo ristoranti alle 18 e chiudendo i luoghi della cultura non diminuiscono i contagiati: aumentano solo i disoccupati. Chiedere di riflettere su basi scientifiche e non su emozioni passeggere è un atto di responsabilità contro la superficialità. Siamo in maggioranza ma non siamo mai stati e mai saremo yes men”.