MELBOURNE (Reuters) - Il numero uno del tennis mondiale Novak Djokovic è stato liberato dalla detenzione per immigrazione in Australia dopo aver vinto una disputa legale per partecipare all'Australian Open e puntare al suo potenziale ventunesimo Grand Slam.
Il giudice Anthony Kelly ha determinato che la decisione presa la scorsa settimana dal governo federale di revocare il visto del tennista per l'ingresso nel paese è stata "irragionevole" e ha ordinato il rilascio di Djokovic.
La vicenda di Djokovic è stata seguita attentamente a livello mondiale, creando tensioni politiche tra Belgrado e Canberra e innescando accesi dibattiti sugli obblighi nazionali di vaccinazione.
La notizia del rilascio è stata accolta con cori e balli da un gruppo di circa 50 sostenitori, molti avvolti dalla bandiera della Serbia, fuori dal tribunale di Melbourne.
Kelly ha anche ordinato al governo federale di pagare le spese legali di Djokovic, che ha passato diversi giorni in un hotel per la detenzione di immigrati, sottolineando che secondo gli avvocati del tennista "la sua reputazione personale e professionale e i suoi interessi economici potrebbero essere direttamente colpiti".
Gli avvocati del governo federale, invece, hanno indicato che la disputa potrebbe non essere conclusa, affermando in tribunale che il ministro dell'Immigrazione Alex Hawke si riserva il diritto di esercitare il proprio potere personale per revocare nuovamente il visto di Djokovic.
Dopo aver confermato che una simile mossa, se intrapresa, potrebbe impedire a Djokovic di entrare nel paese per tre anni, Kelly ha evidenziato che "la posta in gioco ora è salita, anziché scendere".
(Tradotto a Danzica da Enrico Sciacovelli, in Redazione a Milano Sabina Suzzi)