FRANCOFORTE/MILANO/ROMA (Reuters) - La Banca centrale europea ha criticato la tassa straordinaria proposta dal governo italiano sugli extraprofitti delle banche, sostenendo che non tiene conto delle prospettive a lungo termine degli istituti di credito, e potrebbe rendere alcune banche vulnerabili a una recessione economica.
"L'ammontare dell'imposta straordinaria potrebbe non essere commisurato alla redditività a più lungo termine di un ente creditizio e alla sua capacità di generare capitale", si legge in un parere della Bce, non vincolante, pubblicato oggi.
Secondo Francoforte il decreto legge - che prevede una imposta con un'aliquota del 40% sul reddito generato dalla crescita del margine di interesse oltre determinate soglie e, in ogni caso, per un ammontare non oltre lo 0,1% del totale dell'attivo - non prende in considerazione l'intero ciclo economico e non comprende, tra l'altro, le spese operative e il costo del rischio del credito delle banche.
"Per effetto dell'applicazione generale dell'imposta straordinaria, gli enti creditizi che hanno minore solvibilità, o che sono maggiormente concentrati sull'erogazione del credito(quali le banche di piccole dimensioni) oppure che hanno proiezioni patrimoniali impegnative potrebbero vedere ridotta la loro capacità di assorbire i potenziali rischi al ribasso di una recessione economica", ha aggiunto.
In un contesto di stabilità finanziaria, commenta la Vigilanza che ha già espresso il proprio parere su alcuni interventi governativi sul settore bancario come in Spagna e Lituania, una tassa straordinaria "può rendere più costoso per le banche attrarre nuovo capitale azionario e finanziamento all’ingrosso, in quanto gli investitori nazionali ed esteri potrebbero avere meno interesse a investire in enti creditizi italiani che hanno prospettive più incerte".
Inoltre, prosegue il documento, "l'introduzione di una imposta retroattiva ad hoc aumenta indebitamente l'incertezza sul quadro fiscale, danneggiando la fiducia degli investitori e influenzando potenzialmente anche il costo del finanziamento per le società non finanziarie". La retroattività, inoltre, "può alimentare la percezione di un quadro fiscale incerto e dar luogo a un ampio contenzioso, creando problemi di incertezza giuridica".
Nel corso dell'iter parlamentare sono attese modiche al decreto al fine di alleggerire l'impatto sulle banche tra cui una parziale deducibilità fiscale, l'esenzione dall'imposta per le piccole banche territoriali, o un aggiustamento ai termini del tetto applicabile, riferito agli asset ponderati per il rischio (Rwa) anziché al totale dell'attivo, secondo alcuni esponenti della maggioranza di governo.
A questo proposito, la stessa Bce osserva che "non è del tutto chiaro se la nozione di attività totali si riferisca allo stesso perimetro utilizzato per il calcolo dell'imposta oppure alle attività totali a livello consolidato", auspicando un chiarimento sul punto.
(Francesco Canepa, Giuseppe Fonte, Andrea Mandalà, editing Francesca Piscioneri)