di Balazs Koranyi e Francesco Canepa
FRANCOFORTE, 27 luglio (Reuters) - La Banca Centrale Europea ha alzato i tassi di interesse per la nona volta consecutiva oggi ma ha rafforzato la possibilita` di una pausa il mese prossimo, mentre un'inflazione ostinatamente alta e i timori di una recessione spingono i policymaker in direzioni opposte.
Per contrastare un'impennata storica dei prezzi, la Bce ha alzato i costi di finanziamento di 425 punti base dallo scorso luglio, preoccupata che la crescita dei prezzi possa essere perpetuata dall'aumento dei costi e dei salari in un mercato del lavoro eccezionalmente rigido.
Con la mossa odierna di un quarto di punto percentuale, il tasso di deposito si attesta al 3,75%, il livello più alto dal 2000, prima ancora che le banconote e le monete in euro fossero messe in circolazione. Il tasso di rifinanziamento principale è stato fissato al 4,25%.
Nella consueta conferenza stampa, Christine Lagarde ha detto che il percorso futuro è ancora incerto, anche se la banca centrale, ampiamente criticata per la lentezza con cui ha reagito all'iniziale surriscaldamento dei prezzi lo scorso anno, è determinata a raffreddarli.
"Non siamo nel campo della forward guidance, ma siamo fermamente decisi a fermare l'inflazione", ha dichiarato.
"C'è la possibilità di un rialzo (la prossima volta). C'è la possibilità di una pausa. È un decisivo forse", ha detto, aggiungendo che la banca resta "aperta" alle due soluzioni.
Lagarde ha risposto alla maggior parte delle domande che gli sono state poste sottolineando che tutte le opzioni rimangono sul tavolo, ma ha fatto crollare l'euro con una battuta dovish verso la fine.
"Se abbiamo ancora terreno da percorrere? In questo momento non direi", ha detto, quasi senza essere stata interpellata.
"Perché, come ho detto, i dati che abbiamo appena discusso e la valutazione dei dati (in arrivo) ci diranno se e quanto terreno dobbiamo coprire a settembre e nelle riunioni successive".
Nel comunicato Francoforte afferma che i tassi di interesse saranno fissati a "livelli sufficientemente restrittivi per tutto il tempo necessario" al fine di un tempestivo ritorno dell'inflazione all'obiettivo del 2%.
Nella nota non si fa riferimento al fatto che i tassi dovranno essere "portati" a un livello che riduca l'inflazione abbastanza rapidamente, una sfumatura che potrebbe essere vista come un segnale che ulteriori aumenti non sono scontati.
Lagarde ha spiegato che tale modifica lessicale non e` "casuale ne` irrilevante".
Che la fase di inasprimento più rapida mai attuata dalla banca centrale si stia avvicinando alla fine appare chiaro, tuttavia, con i banchieri che stanno discutendo se sia necessaria un'altra piccola mossa prima di mantenere i tassi fermi per quello che alcuni di loro ritengono sarà un lungo periodo di tempo.
Il problema è che l'inflazione sta scendendo troppo lentamente e potrebbe impiegare fino al 2025 per tornare al 2%, poiché l`aumento dei prezzi, inizialmente guidato dall'energia, si è propagato all'economia alimentando il costo dei servizi.
Mentre l'indice generale dei prezzi al consumo e` ora appena la metà rispetto al picco segnato ad ottobre, la componente core, più difficile da impattare, si aggira vicino ai massimi storici e potrebbe addirittura aver accelerato questo mese.
Lagarde ha affermato che i rischi dei cosiddetti effetti di "secondo round" non sono peggiorati rispetto al mese scorso. Tuttavia, il mercato del lavoro rimane eccezionalmente rigido, con un tasso di disoccupazione ai minimi storici che aumenta il rischio di un rapido incremento dei salari, con i lavoratori che utilizzano il loro maggior potere contrattuale per recuperare i redditi reali persi a causa dell'inflazione.
Per questo motivo molti investitori e analisti si aspettano che la Bce prema nuovamente il grilletto a settembre e si fermi solo se i dati salariali autunnali saranno incoraggianti.
RECESSIONE?
Ma l'umore sta chiaramente cambiando con il rallentamento dell'economia nel blocco. Se fino a poche settimane fa i mercati avevano già previsto un altro rialzo dei tassi, un numero crescente di investitori scommette che quella di oggi sarà l'ultima mossa.
L'euro è crollato durante la conferenza stampa della Lagarde e, al momento della chiusura, era in calo dello 0,4% a 1,1039 dollari, dopo essere salito fino allo 0,5% in precedenza.
Un ulteriore inasprimento dei tassi sarebbe tuttavia coerente con i commenti di una serie di responsabili politici, tra cui il falco Isabel Schnabel, secondo cui un incremento eccessivo dei tassi sarebbe comunque meno costoso di un loro mancato innalzamento.
Ieri la Federal Reserve ha alzato i costi di finanziamento e ha mantenuto aperta la porta a un ulteriore stretta, anche se Jerome Powell ha fatto pochi accenni a settembre, una posizione che la Bce probabilmente imiterà.
Gli indicatori di fiducia delle imprese, degli investitori e dei consumatori e le indagini sui prestiti bancari indicano un continuo deterioramento dopo che la zona euro ha evitato la recessione lo scorso inverno.
Con il settore manifatturiero in profonda crisi e quello dei servizi, in precedenza resiliente, che mostra segnali di decelerazione nonostante quella che si preannuncia come una superba stagione estiva, è difficile capire da dove possa arrivare una ripresa.
Questa debolezza, esacerbata dalla perdita di potere d'acquisto dopo che l'inflazione ha eroso i redditi reali, potrebbe far diminuire le pressioni sui prezzi più velocemente di quanto ci si aspetti, lasciando meno lavoro alla banca centrale.
Questo è uno dei motivi principali per cui l'equilibrio delle aspettative ha iniziato ad allontanarsi da un altro rialzo dei tassi, con gli economisti che si concentrano sempre di più su quanto a lungo i tassi rimarranno alti.
"Sappiamo che ci stiamo avvicinando", ha detto Lagarde, riferendosi alla fine del ciclo di inasprimento.
(versione italiana Valentina Consiglio, editing Stefano Bernabei)