Di Chiara Santilli e Giulio Zangrandi
Nel primo meeting del 2024, Powell gela le speranze di un allentamento a marzo: “Servono più certezze sull’inflazione”. Gli investitori scommettono su maggio ma, secondo gli asset manager, è più probabile si vada all’estate. Anche se non si escludono colpi di scena. Ecco perché un portafoglio di qualità è la strategia migliore
Una doccia fredda ma forse non tanto fredda quanto sarebbe servito. Gli asset manager interpretano così l’esito della riunione di inizio anno con cui la Federal Reserve ha tracciato il sentiero della politica monetaria. Le parole del presidente Jerome Powell, che ha ribadito la posizione del Fomc ed escluso l’ipotesi di un taglio dei tassi a marzo per mancanza di dati sulla disinflazione, ha infatti spostato l’orizzonte del mercato non oltre maggio. Troppo poco per i gestori, che fissano a giugno la prima finestra temporale compatibile con l’inizio dell’allentamento. Condizioni macroeconomiche e geopolitiche permettendo.
Tagli solo da giugno. E non per forza della stessa entità
“Salvo un indebolimento sostanziale dell'attività economica, riteniamo che la Fed aspetterà fino a metà anno e solo allor inizierà il suo ciclo di allentamento con un taglio dei tassi di 25 punti base”. Così Tiffany Wilding e Allison Boxer, economiste di Pimco, commentano la decisione della banca centrale americana. Per quanto riguarda invece le mosse successive, le due esperte si dicono convinte che il ritmo di una riduzione della stessa entità ad ogni riunione (come suggeriscono i dots di dicembre) potrebbe essere modificato in base agli sviluppi macro. “Il rischio che l'inflazione rimanga bloccata a livelli superiori all'obiettivo, o addirittura che riacceleri, rimane cruciale per la politica dell’istituto”, avvertono.
Ma qualche spiraglio di un anticipo resta
Anche secondo James McCann, vicecapo economista di abrdn, il presidente Powell non sembra avere alcuna fretta di tagliare. Ma, a differenza delle colleghe, l’esperto fa notare un elemento in più: “La porta non è del tutto chiusa a una rapida svolta nella politica monetaria americana poiché la Federal Reserve ha segnalato che, nel caso in cui i dati economici iniziassero a deteriorarsi, esiste sempre la possibilità di ricorrere a un aggiustamento in tempi brevi”. Una view che, in sostanza, lascia comunque aperto un piccolo spiraglio all'ipotesi di un allentamento anticipato.
Sulla stessa linea Martina Daga, macro economist di AcomeA Sgr, secondo la quale la chiave consiste proprio in quella “maggiore fiducia” che è stata citata da Powell ma ancora manca. Il Fomc, è la dunque sua opinione, prima di agire vuole vedere altri numeri positivi riguardanti l’inflazione. “Nonostante saranno disponibili diversi dati di qui alla riunione di marzo, tra cui un altro indicatore Pce, le conferme ricercate probabilmente non arriveranno prima di quella data”, fa però notare.
Portafogli di qualità per fronteggiare un quadro incerto
Per quanto riguarda i mercati, Jonathan Duensing prevede che si sarà una certa volatilità. Il responsabile della divisone Fixed Income di Amundi Us è infatti convinto che gli investitori siano alle prese con tre fattori: la funzione di reazione della politica della Fed, le incertezze economiche di fine ciclo e il percorso dell'inflazione. Da qui la sua raccomandazione: “Mantenere un orientamento alla qualità più elevata nei portafogli con esposizioni selettive al mercato del credito, dove le valutazioni offrono margini di sicurezza più ragionevoli”.
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