LONDRA (Reuters) - I prezzi del petrolio sono in ribasso dopo dati che hanno mostrato un calo delle esportazioni cinesi per il quarto mese consecutivo, suscitando nervosismo in un mercato già preoccupato per i danni causati alla domanda globale dalla guerra commerciale sino-statunitense.
Intorno alle 11,20, i future sul Brent scambiano in ribasso di 60 centesimi, pari allo 0,93%, a 63,79 dollari al barile, dopo aver guadagnato circa il 3% la scorsa settimana sulla notizia di ulteriori tagli della produzione da parte dell'Opec+.
Il greggio Usa perde 52 centesimi, ovvero lo 0,88% a 58,68 dollari al barile, dopo aver guadagnato circa il 7% la scorsa settimana.
Il calo improvviso di oggi è dovuto ai dati pubblicati ieri dai quali emerge che le esportazioni dalla seconda economia più grande al mondo a novembre sono diminuite dell'1,1% rispetto all'anno precedente, deludendo le stime di un sondaggio Reuters di un aumento dell'1%.
Un debole inizio di settimana, nonostante i dati che mostrano che le importazioni di greggio in Cina sono balzate a un livello record, rivelando quanto nel mercato siano incorporati profondi nervosismi sulla guerra commerciale Usa-Cina che ha raffreddato la crescita globale e la domanda di petrolio.
"La Cina, chiaramente, non è immune né alle tariffe commerciali statunitensi, né al persistente rallentamento dell'economia globale", ha dichiarato Jeffrey Halley, analista di mercato senior di Oanda.
Washington e Pechino sono in trattative per raggiungere un accordo commerciale per mettere fine ai reciproci dazi, ma i colloqui si stanno trascinando da mesi tra contrasti sui dettagli chiave.