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Inflazione annua britannica al minimo di 2 anni dell’1,8%

Pubblicato 13.02.2019, 10:31
Aggiornato 13.02.2019, 10:31
© Reuters.

Investing.com - Il tasso annuo di inflazione nel Regno Unito è sceso all’1,8% a gennaio, secondo i dati di questo mercoledì, il minimo dal dicembre 2016 e al di sotto dell’obiettivo della Banca d’Inghilterra.

La lettura di gennaio segna un calo dal 2,1% del mese prima ed è inferiore alle previsioni di un ribasso all’1,9%. La BoE punta ad un’inflazione del 2%.

L’indice IPC core, che esclude i costi di alimenti, energia, alcol e tabacco, è salito al tasso annuo dell’1,9% il mese scorso, ha dichiarato l’Ufficio Nazionale di Statistica britannico, in linea con le previsioni e con la lettura del mese prima.

“Il calo dell’inflazione è dovuto principalmente a gas, elettricità e petrolio meno costosi, controbilanciati in parte dall’aumento dei prezzi dei biglietti dei traghetti e dal fatto che le tariffe aeree sono scese più lentamente rispetto allo stesso periodo dello scorso anno”, spiega Mike Hardie, esperto di statistica dell’ONS.

Il rallentamento dell’inflazione alimenta le probabilità che la BoE eviti per il momento ulteriori inasprimenti della politica monetaria, in un clima di crisi politica legata all’uscita del paese dall’Unione Europea. Ma gli analisti sono dell’idea che i tassi possano ancora essere alzati quest’anno e la Banca stessa la scorsa settimana ha ribadito che il prossimo intervento sui tassi potrebbe essere al rialzo così come al ribasso.

Il calo dell’inflazione si registra sulla scia dei dati di questa settimana da cui è emerso che l’economia britannica è cresciuta al tasso più lento dal 2012 l’anno scorso, tra i timori per la Brexit e il rallentamento economico globale che hanno pesato sulla fiducia e le imprese hanno ridotto gli investimenti.

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I trader si aspettano che la banca centrale britannica non intervenga sui tassi di interesse fino a quando l’incertezza delle trattative sulla Brexit non sarà risolta.

All’inizio della settimana, il Governatore della BoE Mark Carney ha affermato che una crescita globale stabile è più probabile di una recessione ma ha evidenziato alcuni rischi per le prospettive, tra cui l’aumento del debito in Cina e la riduzione dell’apertura mondiale nei confronti del commercio.

Ha aggiunto che la Brexit potrebbe essere “la prova del nove” per capire se il mondo riuscirà a combinare i benefici dell’apertura economica con una maggiore responsabilità democratica.

“Ammesso che l’espansione continui, un modesto inasprimento della politica monetaria nel tempo probabilmente sarà sufficiente a raggiungere gli obiettivi di inflazione. La politica potrà restare limitata e graduale, nonché dipendente dai dati”, ha affermato Carney.

Sebbene rimangano cauti, gli analisti non hanno ancora del tutto escluso la possibilità di un inasprimento dei tassi da parte della banca centrale britannica quest’anno.

“Ipotizzando un esito amichevole delle trattative sulla Brexit, ci sono sufficienti segnali interventisti nel report sull’inflazione per concludere che la BoE potrebbe alzare i tassi quest’anno, il che supporterebbe la valuta”, spiega Marc-André Fongern, esperto di strategie Forex di MAF Global Forex.

James Smith, economista dei mercati sviluppati di ING, ritiene che la BoE difficilmente inasprirà la politica monetaria nuovamente nel primo semestre dell’anno e sottolinea che le probabilità di un aumento dei tassi per tutto il 2019 sono scese, “ma pensiamo che sia troppo presto per escluderne del tutto uno”, ha affermato, mettendo in luce come tutto dipenda dall’esito della Brexit.

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“Molte strade ora portano ad un’estensione del periodo di negoziazione dell’Articolo 50, ma se (ed è un grosso “se”) il governo riuscisse a trovare un accordo trans-partitico su un determinato patto - per esempio uno che preveda un’unione doganale permanente - allora ciò potrebbe essere seguito da un aumento relativamente rapido dei tassi da parte della Banca d’Inghilterra”, aggiunge Smith.

Intanto, l’ONS ha reso noto che i prezzi delle case a dicembre sono saliti al tasso annuo del 2,5% complessivamente nel Regno Unito, l’aumento minore dal luglio 2013 e in calo dal 2,7% di novembre. Nella sola Londra, i prezzi sono scesi per il sesto mese consecutivo, giù dello 0,6% sull’anno.

-- Articolo realizzato con il contributo di Reuters

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