Di Geoffrey Smith
Investing.com - I prezzi alla produzione USA sono saliti più del previsto a giugno, aumentando le pressioni sulla Federal Reserve perché alzi i tassi di interesse per far scendere l’inflazione.
I prezzi sono saliti dell’1,1% da maggio, più dello 0,8% che ci si aspettava, in accelerazione dallo 0,9% di maggio. Anche il dato di maggio è stato rivisto al rialzo.
Responsabili ancora una volta i costi di benzina ed altri energetici. Escludendo queste componenti volatili, l’indice IPP core è salito solo dello 0,4%, in lieve rallentamento dallo 0,6% di maggio.
Il tasso annuo dell’indice sui prezzi alla produzione è salito all’11,3%, dopo essere sceso in ciascuno degli ultimi due mesi. Il tasso annuo core è sceso all’8,2% da una lettura rivista al rialzo dell’8,5%.
I prezzi alla produzione sono spesso considerati un indicatore di pressioni in arrivo nel quadro dell’inflazione, un’anticipazione dei dati sull’inflazione al consumo di domani. Questa correlazione è un po’ saltata, però, in quanto i prezzi finali vengono influenzati più dal prezzo delle importazioni. Ad ogni modo, sono una brutta notizia per la Federal Reserve, un giorno dopo la notizia che l’inflazione al consumo ha raggiunto il massimo di 41 anni del 9,1%.
Intanto, il Dipartimento per il Lavoro ha annunciato che le richieste iniziali di sussidio di disoccupazione sono salite ad un massimo di cinque mesi di 244.000 la scorsa settimana, suggerendo che il tasso dei licenziamenti potrebbe stare aumentando e che il processo di riassunzione non sta andando tanto bene come nei mesi precedenti.