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ROMA (Reuters) - Dopo il modesto rimbalzo congiunturale messo a segno ad agosto, la produzione industriale italiana resta invariata a settembre, mentre il terzo trimestre nel suo complesso segnala solo una lieve espansione e si rafforzano i timori sul complessivo rallentamento dell'economia.
Stando ai dati diffusi questa mattina da Istat, nel mese osservato l'output dell'industria rimane fermo su mese dopo il +0,3% (rivisto da +0,2%) di agosto, a fronte di un consensus che lo vedeva in flessione dello 0,2%.
"La dinamica congiunturale mensile è positiva per quasi tutti i settori di attività economica, con l'eccezione dei beni di consumo (-2,2%)", spiega l'istituto nella consueta nota, precisando che nella frazione luglio-settembre si osserva un incremento dello 0,2% rispetto ai tre mesi precedenti.
Corretta per gli effetti di calendario a settembre la produzione segna un decremento per l'ottavo mese consecutivo, con un -2,0% su anno dopo il -4,2% del mese prima.
Secondo diversi analisti, le più recenti informazioni qualitative sull'economia italiana si sono mantenute deboli, disegnando un quadro di pessimismo nell'ultimo trimestre dell'anno per la produzione - considerata un buon anticipatore del Pil - che secondo Prometeia potrebbe flettere dello 0,6%.
In un report, Ing ritiene che un possibile contributo negativo del settore manifatturiero potrebbe rafforzare uno scenario di stagnazione per il Pil nel periodo ottobre-dicembre, che potrebbe trasformarsi in una leggera contrazione nel caso in cui anche i servizi prendano una direzione negativa.
In un altro dato poco incoraggiante, Bankitalia ha comunicato questa mattina che il calo dei prestiti alle società non finanziarie ha evidenziato un nuovo record a settembre.
La stessa Istat, peraltro, osservava stamani che a ottobre la fiducia di famiglie e imprese ha continuato a calare, suggerendo che l’economia potrebbe decelerare ancora nei prossimi mesi, dopo aver evitato per un pelo di entrare in recessione nel terzo trimestre.
La variazione acquisita per il Pil 2023 è pari al momento allo 0,7%, sotto l'obiettivo fissato nella Nadef allo 0,8% - che il governo ha abbassato dall'1% precedentemente stimato.
(Valentina Consiglio, editing Antonella Cinelli, Sabina Suzzi)