Di Mauro Speranza
Investing.com – Un “caduta senza precedenti” per la produzione industriale italiana in tempi di coronavirus, rappresentando la maggiore della serie storica disponibile che parte dal 1990 e risultato maggiore anche rispetto alla crisi del 2008-2009.
Con queste parole l'Istat ha definito il dato relativo al mese di marzo che ha indicato un -29,3% per la produzione industriale in Italia, con i giorni lavorativi (22) superiori a quelli dello stesso periodo 2019 (21).
Importante calo anche per l'indice destagionalizzato, sceso del 28,4% secondo le stime dell'Istat, rispetto al mese di febbraio.
A marzo "le condizioni della domanda e le misure di contenimento dell'epidemia di Covid-19 determinano un crollo della produzione industriale italiana”, spiega l'Istat. “In termini tendenziali l'indice corretto per gli effetti di calendario mostra una diminuzione che è la maggiore della serie storica disponibile (che parte dal 1990), superando i valori registrati nel corso della crisi del 2008-2009. Senza precedenti anche la caduta in termini mensili dell'indice destagionalizzato", aggiungono dall'istituto di statistica.
Tutti i principali settori di attività economica registrano flessioni tendenziali e congiunturali, in molti casi "di intensità inedite": nella fabbricazione di mezzi di trasporto e nelle industrie tessili, abbigliamento, pelli e accessori la caduta congiunturale e tendenziale supera ampiamente il 50%. Relativamente meno accentuato è il calo nelle industrie alimentari, bevande e tabacco che, considerando la media degli ultimi tre mesi mantengono una dinamica tendenziale positiva.
L'indice destagionalizzato mensile mostra marcate diminuzioni congiunturali in tutti i comparti; variazioni negative caratterizzano, infatti, i beni strumentali (-39,9%), i beni intermedi (-27,3%), i beni di consumo (-27,2%) e l'energia (-10,1%).
Gli indici corretti per gli effetti di calendario registrano a marzo 2020 diminuzioni particolarmente accentuate in tutti i settori; pertanto variazioni negative si registrano per i beni strumentali (-39%), i beni intermedi (-28,7%), i beni di consumo (-26,2%) e l'energia (-10,5%).
Tutti i principali settori di attività economica registrano variazioni tendenziali negative. Le più rilevanti sono quelle della fabbricazione di mezzi di trasporto (-52,6%), delle industrie tessili, abbigliamento, pelli e accessori (-51,2%), della fabbricazione di macchinari e attrezzature n.c.a. (-40,1%) e della metallurgia e fabbricazione di prodotti in metallo (-37%) mentre il calo minore si registra nelle industrie alimentari, bevande e tabacco (-6,5%).