ROMA (Reuters) -L'economia italiana nel terzo trimestre 2023 evita la recessione per un soffio, rimanendo ferma dopo la flessione registrata nel periodo aprile-giugno.
Secondo la stima preliminare diffusa stamani da Istat, nel trimestre luglio-settembre il Pil ha segnato una variazione congiunturale nulla, sintesi di un calo del valore aggiunto dell'agricoltura, di una crescita dell'industria e di una sostanziale stabilità nel settore servizi.
Guardando alla domanda, "si registra un contributo negativo della domanda al lordo delle scorte e un contributo positivo della domanda estera netta", spiega l'istituto di statistica.
La variazione acquisita per il 2023 si stabilizza allo 0,7%, sotto l'obiettivo fissato nella Nadef allo 0,8% - che il governo ha abbassato dall'1% precedentemente stimato - e si confronta con il +3,7% registrato nel 2022.
Economia ferma nel periodo in esame anche a perimetro annuo, dopo dieci trimestri consecutivi in crescita.
PEGGIO DELLE ATTESE
Le attese Reuters erano per un aumento dello 0,1% sia su trimestre che su anno, dopo che nel secondo trimestre si erano registrati una flessione congiunturale dello 0,4% e un progresso tendenziale dello 0,3%.
Il dato è leggermente sotto le previsioni anche per UniCredit (BIT:CRDI). Loredana Federico, chief Italian economist dell'istituto, ritiene comunque probabile che in occasione della seconda lettura, quando saranno disponibili i dettagli, emergano "segnali positivi nei consumi privati, negli investimenti in costruzioni e nell'export".
Federico aggiunge che probabilmente anche nel quarto trimestre il Pil italiano evidenzierà un'ampia stabilizzazione.
Commentando i dati, Prometeia parla in un report di debolezza che "si protrarrà per i mesi autunnali e oltre".
Del resto la crescita del Pil si è rivelata inferiore alle aspettative a livello di intera zona euro nel periodo in esame, con una contrazione dello 0,1% rispetto al secondo trimestre.
A ottobre, intanto, l'inflazione italiana ha evidenziato un netto rallentamento all'1,8% su anno, il tasso più basso da oltre due anni.
A determinare il movimento, l'andamento degli energetici per un effetto statistico derivante dal confronto con ottobre 2022, quando si registrarono forti aumenti dei prezzi del comparto, ma anche la discesa del tasso degli alimentari.
(Antonella Cinelli, editing Valentina Consiglio)