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L’inflazione Uk cala ma non cambia i piani della BoE

Pubblicato 21.03.2024, 06:22
© Reuters.

Di Chiara Santilli

Prezzi di febbraio su del 3,4% e meglio delle attese. Ma il dato dei servizi resta elevato e supera le previsioni. Per i gestori, il governatore Bailey taglierà quest’anno ma non prima di agosto. Intanto Sunak sorride

Dopo il rimbalzo del Pil, altre buone notizie per la Bank of England e il premier britannico Rishi Sunak. Nei 30 giorni dal 31 gennaio al 29 febbraio, l’inflazione del Regno Unito è rallentata dal 4% al 3,4% e si è così portata sui minimi da 30 mesi. Un dato inferiore alle stime degli analisti e della stessa banca centrale, ferme su un più ampio 3,5%, ma che ha comunque scarse chance di cambiare le carte in tavola rispetto alla traiettoria della politica monetaria. Alla vigilia della riunione in cui deciderà la prossima mossa, sono infatti pochi i gestori convinti la BoE possa riservare sorprese ai mercati. Tanto che il report sui prezzi dell’Office for National Statistics ha fatto salire solo leggermente le scommesse su un primo taglio dei tassi d’interesse ad agosto.

Bene il dato core. Ancora alti i servizi

Più nel dettaglio, il carovita è infatti aumentato dello 0,6% su base mensile a fronte di un precedente calo dello 0,6% e delle previsioni di una risalita dello 0,7%. Migliore delle attese è risultato anche il dato core, sceso a quota 4,5% dal 5,1% e sotto il consensus (4,6%). Mese su mese, i prezzi depurati dalle componenti più volatili sono invece saliti dello 0,6% contro attese per 0,7%. Tuttavia, l’inflazione dei servizi, osservata speciale della BoE, è rallentata al 6,1% dal 6,5%: meno di quanto stimato. Lo stesso governatore Andrew Bailey aveva spiegato che questo tipo di pressioni inflazionistiche sono ancora troppo persistenti in Gran Bretagna per poter già tagliare i tassi d’interesse, pur sottolineando che con tutta probabilità il costo del denaro sarebbe calato entro la fine dell’anno.

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Pienamente soddisfatto dai numeri si è invece detto il Cancelliere dello Scacchiere Jeremy Hunt, secondo il quale la frenata del carovita potrebbe aiutare il governo britannico ad abolire del tutto le tasse sulla previdenza sociale. L’obiettivo dell'equivalente al nostro ministro delle Finanza è quello di aiutare Sunak a risalire la china dei sondaggi, che al momento lo danno ancora in netto svantaggio rispetto al rivale conservatore in vista delle prossime elezioni nazionali.

Nessun cambio dei piani: la view dei gestori

Meno entusiasti appaiono i gestori, secondo i quali i numeri di febbraio confermano l’ipotesi che Bailey procederà a un allentamento nel corso del 2024 ma non ne anticipano l’avvio. “Mentre l’opinione pubblica dibatte su un possibile allentamento in estate, l’impegno della Bank of England a mantenere la stabilità dei prezzi e a riportare l’inflazione entro il target del 2% potrebbe concretizzarsi in tassi invariati”, spiega Richard Flax. Il chief investment officer di Moneyfarm crede infatti che i progressi nella lotta all’inflazione restino ancora da monitorare attentamente.

Anche per Stephen Payne, portfolio manager di Janus Henderson, il report dell’Ons tratteggia un quadro misto. “Il Cpi headline e quello core sono risultati inferiori alle attese mentre l’inflazione dei servizi si è rivelata leggermente oltre”, spiega. Poi precisa: “Si tratta del dato più basso dall’autunno del 2021 e il trend di rallentamento dei prezzi continua, guidato dalla moderazione dei beni alimentari e di quelli primari”. Per l’esperto, tuttavia, l’ostinato rincaro dei servizi potrebbe far prendere una pausa di riflessione al Comitato di Politica Monetaria: “Mi aspetto che la tempistica prevista per i tagli dei tassi rimanga molto probabilmente poco variata e che la reazione del mercato sia contenuta”.

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Per ulteriori approfondimenti: FocusRisparmio - FR|Vision

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boe meno influenzata dalla politica, rispetto a bce e fed che sembrano smaniare per iniziare i tagli, dove forse qualche pò di tempo in più di attesa o qualche pb in più sarebbe stato meglio
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