FRANCOFORTE (Reuters) - L'inflazione della zona euro sarà tornata vicina all'obiettivo del 2% della Banca centrale europea nel 2025, ma la crescita economica rimarrà debole e al di sotto dell'1% fino al prossimo anno, secondo quanto emerso dall'indagine trimestrale della Bce Survey of Professional Forecasters.
La Bce ha lasciato invariati i tassi di interesse ieri, dopo la più forte serie di rialzi mai registrata, sostenendo che l'inflazione sia ormai tornata sulla strada del 2%, malgrado il rischio al rialzo rappresentato dagli alti costi dell'energia.
Il Survey of Professional Forecasters, un elemento chiave per le decisioni politiche della banca, ha confermato questa prospettiva, prevedendo una disinflazione relativamente lenta ma persistente nei prossimi due anni.
Il sondaggio prevede una crescita dei prezzi al consumo del 2,7% l'anno prossimo, la stessa cifra prevista tre mesi fa, ma ben al di sotto delle aspettative della Bce del 3,2%. La previsione per il 2025 è stata abbassata al 2,1% dal 2,2%, mentre quella a più lungo termine, definita per il 2028, è rimasta invariata al 2,1%.
I dati potrebbero rafforzare le aspettative del mercato sul fatto che i rialzi dei tassi nell'area dell'euro siano finiti, dopo dieci aumenti consecutivi, e potrebbero alimentare le attese che la Bce possa iniziare ad invertire la rotta nel 2024.
Per quanto riguarda la crescita, il sondaggio ha mostrato prospettive sempre più cupe, anche se si è discostato poco dalle proiezioni dello staff della Bce.
La previsione di crescita del Pil per il 2025 è stata tagliata allo 0,9% dall'1,1%, mentre quella per il 2025 è rimasta invariata all'1,5%.
Le previsioni sulla disoccupazione sono state appena modificate, il che probabilmente conforta le autorità, poiché la tenuta del mercato del lavoro sosterrà i consumi e limiterà i problemi causati dai tassi record.
(Tradotto da Luca Fratangelo, editing Claudia Cristoferi)