Investing.com - Le stime del governo che parlano dell'1% per il 2019 sono "ottimistiche", secondo l'analista di Standard & Poor's, Sylvain Broyer (chief economist Emea), mentre l'agenzia ha recentemente tagliato le proprie proiezioni sul Pil italiano allo 0,7%.
Gli istituti bancari italiani, però, non risentiranno troppo del rallentamento delle condizioni economiche del paese e proseguiranno il loro recupero. A dirlo è un altro analista di S&P, Mirko Sanna, director per le istituzioni finanziarie, nel corso della presentazione a Milano dell’outlook per il comparto.
Il recupero del settore finanziario e la qualità complessiva del credito proseguiranno nonostante “la crescita più lenta dell’economia italiana prevista per il 2019 allo 0,7%”, spiega Sanna, il quale quale aggiunge che “lo sforzo delle banche per continuare a migliorare la qualità degli asset dipende da una continua crescita economica - ha detto Sanna - e su questo fronte rimane ancora molto da fare ad esempio per gli Npl che pur alla luce dei sensibili miglioramenti registrati rimangono ancora su valori doppi rispetto alla media europea che è al 5%”.
“Crediamo che a livello di sistema”, continua Sanna, “debbano ancora scendere di 40 miliardi nell'arco dei prossimi 18 mesi al 10%. Il mercato degli Npl probabilmente sara' meno dinamico che nel 2018 ma le Gaacs continueranno a svolgere un ruolo importante".
Le affermazioni arrivano nel giorno in cui Monte dei Paschi di Siena (MI:BMPS) ha riferito di aver ricevuto la lettera in cui l’Unione europea ha comunicato all’istituto la necessità di “implementare nei prossimi anni un graduale aumento dei livelli di copertura sullo stock di crediti deteriorati in essere alla fine del marzo 2018”.
Nonostante la problematica dei crediti in sofferenza resta ancora un elemento di debolezza, però, Sanna afferma che “la maggior parte delle banche italiane hanno migliorato in maniera costante i loro fondamentali e questo vale anche per le banche passate attraverso autentiche bufere come Mps”.
L’analista, però, esclude la possibilità di nuove fusioni o acquisizioni (M&A) nel comparto, a causa di “condizioni non favorevoli a questo scenario per l’aumento dei costi di funding e per la situazion economica e in particolare appaiono improbabili acquisti di attività all’esterno”.