Investing.com - Il mercato del lavoro britannico rimane teso all’inizio del 2019, con il tasso di disoccupazione al minimo di 44 anni e l’inflazione dei compensi che sale al tasso più veloce dalla crisi finanziaria, malgrado i timori per l’imminente uscita del Regno Unito dall’Unione Europea.
Il tasso di disoccupazione è inaspettatamente sceso al 3,9% nel trimestre terminato a gennaio, il minimo dal gennaio 1975, mentre il numero degli occupati è salito di 222.000 unità, il massimo dal 2015.
I compensi medi, esclusi i bonus, continuano a salire al tasso più rapido dalla crisi finanziaria di oltre 10 anni fa, schizzando del 3,4% nel trimestre terminato a gennaio. La lettura è superiore al 3,2% previsto.
I dati, inaspettatamente pubblicati 12 minuti prima del previsto, non hanno mosso la sterlina malgrado le letture positive, in un clima di incertezza circa i prossimi passi nel processo della Brexit in vista della scadenza del 29 marzo.
Data la mancanza di chiarezza sull’uscita del Regno Unito dall’UE, i solidi dati sul mercato del lavoro difficilmente influiranno sulle aspettative che la Banca d’Inghilterra lasci la politica monetaria invariata quando annuncerà la decisione sui tassi giovedì.
Prima che l’arrivo della Brexit e il rallentamento economico globale cominciassero a pesare sull’economia, la BoE aveva indicato che “parecchi” aumenti dei tassi di interesse sarebbero potuti essere necessari per riportare la politica monetaria ad un livello neutrale. Il Governatore Mark Carney ha ammorbidito i toni in occasione dell’ultima conferenza stampa, affermando che i tassi di interesse potrebbero andare in entrambe le direzioni.