di Stefano Bernabei e Valentina Za
MONTECATINI TERME (Reuters) - Ogni volta che Meri Giannoni, 67 anni, sarta in pensione, parlava al direttore di filiale della sua banca su come investire i risparmi, gli diceva: "Mi raccomando trattami come se io fossi il tu' babbo o la tu' mamma".
Così quando a giugno del 2013 le fu raccomandato di comprare 30.000 euro di obbligazioni subordinate vendute dalla banca, Meri firmò tutti i moduli anche se non sapeva assolutamente cosa dicessero e neanche riuscendo a capire le varie avvertenze dei prospetti che segnalavano che non si trattava di investimenti privi di rischio.
"C'era una bella atmosfera, un clima di amicizia nella banca", racconta a Reuters in una intervista nella casa di famiglia a Montecatini Terme. "Il direttore mi disse che erano buone, erano obbligazioni della banca, di stare tranquilla", ricorda.
Lo scorso mese, domenica 22 novembre, il valore di quelle obbligazioni è stato azzerato in una notte con il provvedimento con cui il governo e la Banca d'Italia hanno salvato la banca della signora Giannoni – Banca Etruria – e altri tre medio-piccoli istituti secondo le nuove e più severe regole europee sui salvataggi bancari che richiedono il sacrificio di azionisti e titolari di bond subordinati prima di poter usare il Fondo di risoluzione.
Una portavoce delle nuove quattro banche, ora diverse entità giuridiche dopo il salvataggio, ha detto che la Nuova Banca Etruria non è responsabile delle azioni della precedente gestione. I top manager e gli amministratori erano stati rimossi quando la banca è stata commissariata lo scorso febbraio.
Contattato da Reuters, l'ex presidente Lorenzo Rosi ha respinto ogni addebito di illeciti, senza entrare nel merito.
Banca Etruria e le altre tre banche operano nel centro Italia, roccaforte elettorale del partito democratico del premier Renzi, e le opposizioni hanno accusato lui e le autorità di controllo e regolazione del mercato di non essere riusciti a proteggere 12.500 piccoli risparmiatori che avevano comprato 430 milioni di euro di obbligazioni subordinate.
Questo tipo di titoli possono risultare attraenti perché di solito offrono rendimenti più elevati di altri bond, ma sono anche più rischiosi perché in caso di bancarotta vengono ripagati solo dopo che gli obbligazionisti senior e gli altri creditori sono stati rimborsati.
Un pensionato si è suicidato dopo aver perso i risparmi di una vita, mentre altri piccoli investitori come Meri Giannoni stanno facendo crescere ogni giorno la loro voce di protesta.
Il governatore della Banca d'Italia, responsabile della vigilanza sulle banche, ha detto domenica che l'istituto di via Nazionale ha fatto tutto il possibile per anni per mostrare la debolezza finanziaria dei quattro istituti.
La Consob, responsabile di garantire che i risparmiatori abbiano una corretta informazione quando acquistano prodotti finanziari, ha detto che i prospetti dei bond subordinati hanno sempre dettagliato i rischi.
Renzi ha detto che alcune di queste obbligazioni potrebbero essere state vendute in modo scorretto.
La crescente protesta dell'opinione pubblica contro il governo e i regolatori riflette il rischio politico che ha di fronte l'Europa dopo aver deciso di cambiare le regole sui salvataggi bancari.
Nei casi precedenti – come quello in Irlanda nel 2010 – il costo maggiore era stato fatto pagare ai contribuenti. Da allora l'Europa ha progressivamente coinvolto investitori e creditori tra coloro che sopportano il costo di una crisi finanziaria, che ha messo in luce le debolezze di alcuni istituti di credito europei di minori dimensioni.
Da gennaio 2016 con l'entrata in vigore piena delle nuove regole e con il bail-in, anche gli obbligazionisti senior e i correntisti sopra 100.000 euro saranno colpiti se una banca fallisce, prima che vengano usati soldi pubblici.
NON LO POSSO CAPIRE
L'Italia mostra che il contraccolpo può essere importante. Molti degli investitori colpiti non erano esperti e hanno detto di non aver capito appieno che cosa stavano comprando.
"Per una persona che come me ha fatto la quinta elementare, se lui non mi specifica bene e mi dice che se succede qualcosa questi io non li riscuoto, io non lo posso capire", dice Meri Giannoni agitando la cartellina di plastica trasparente in cui tiene tutto il carteggio con la banca. "Quella parola ‘subordinato' a me non mi diceva nulla, proprio niente", dice.
Il direttore della filiale, che nel frattempo si è trasferito in un'altra filiale in un'altra città, raggiunto al telefono da Reuters ha preferito non commentare limitandosi a dire che "la situazione è molto delicata".
Le perdite di questi piccoli investitori scuotono anche una delle fondamenta più radicate del sistema economico italiano: una rete di piccoli istituti che per decenni non è servita solo a finanziare ma anche a consigliare le famiglie in tutto il Paese.
Nonostante il consolidamento dell'industria del credito, l'Italia ha circa 650 banche, una tra le maggiori concentrazioni in Europa, secondo i dati della Bce.
Alcune persone, anche ultra 80enni, che hanno visto andare in fumo i loro risparmi hanno raccontato a Reuters che venivano regolarmente chiamati a casa dai direttori di filiale che proponevano nuovi investimenti, dandosi del tu con loro e con il personale della banca.
Quando Banca Etruria è stata commissariata lo scorso febbraio, in seguito a una serie di ispezioni della Banca d'Italia che avevano evidenziato carenze di capitale e 2,8 miliardi di crediti in sofferenza, Sonia Rigatti, 45 anni, disoccupata oggi casalinga, si era allarmata.
"Andai in banca a chiedere se la banca fosse a rischio di fallimento e mi fu detto che non avevo una situazione a rischio e che non si era mai visto far fallire le banche", dice Rigatti, che ha perso 27.000 euro di obbligazioni subordinate ereditate dal padre.
UNA FONTE CRUCIALE DI FINANZIAMENTO
Il governo e la Banca d'Italia hanno detto che la decisione di salvare in questo modo Banca Etruria, Banca Marche, Carichieti e Carife, utilizzando anche 3,6 miliardi di euro dal Fondo di risoluzione finanziato dalle banche sane del Paese, ha comunque evitato perdite maggiori per gli altri creditori.
Il governo italiano ha approvato con urgenza domenica pomeriggio 22 novembre il piano di salvataggio delle quattro banche, nel timore che procrastinare l'intervento al nuovo anno avrebbe innescato una crisi di fiducia nei depositanti. Ha però dovuto imporre perdite ad azionisti e obbligazionisti subordinati dopo che la Commissione europea ha respinto uno schema alternativo che li avrebbe risparmiati, affermando che in quel modo si sarebbero violate le regole Ue sugli aiuti di Stato.
Ora sta valutando come compensare con un fondo fino a 100 milioni almeno i piccoli investitori più colpiti. Il Tesoro ha detto che 430 milioni di euro di obbligazioni subordinate sono stati venduti a 12.500 piccoli investitori retail investors delle quattro banche e ora non valgono più nulla.
Le banche italiane hanno da sempre mirato al grande risparmio privato italiano per vendere il loro debito.
Durante la crisi dell'eurozona, quando molte banche italiane sono state tagliate fuori dal mercato interbancario, le obbligazioni retail sono diventate una forma cruciale di raccolta.
Nel 2012, i risparmiatori italiani detenevano oltre 370 miliardi di euro di obbligazioni bancarie, secondo dati della Banca d'Italia. Secondo la società di consulenza finanziaria Consultique, ci sono oggi in circolazione circa 60 miliardi di euro di obbligazioni subordinate delle banche.
Banca Etruria è diventata l'epicentro della protesta in quanto è l'unica delle quattro ad essere stata quotata in Borsa – quindi in teoria quella soggetta a maggiori controlli. E' anche la banca che ha venduto più obbligazioni al pubblico.
La Procura di Arezzo, dove Banca Etruria ha il suo quartier generale, ha aperto una indagine per una possibile frode dopo le denunce che alcuni investitori hanno presentato tramite le associazioni di difesa dei consumatori Adusbef e Federconsumatori, riferisce una autorevole fonte giudiziaria.
Queste associazioni hanno anche chiesto ai magistrati di esaminare il ruolo che hanno avuto Consob e Banca d'Italia, in quanto le banche hanno continuato a vendere obbligazioni subordinate ai loro clienti anche dopo che le autorità erano a conoscenza del loro precario stato.
Nel 2013 Banca Etruria ha lanciato un aumento di capitale da 100 milioni di euro e ha venduto 107 milioni di euro di debito subordinato perfino mentre gli ispettori della Banca d'Italia stavano esaminando i suoi conti tra marzo e settembre di quell'anno.
In una lettera riservata inviata al consiglio della banca dopo l'ispezione, vista da Reuters, il governatore della Banca d'Italia Visco ha detto che la vigilanza aveva già evidenziato problemi con il portafoglio crediti di Banca Etruria nel 2002 e che il management aveva ripetutamente ignorato le richieste di Bankitalia di mettere a posto il bilancio.
Aveva definito il declino "irreversibile" e chiesto che la banca trovasse un compratore.
La Banca d'Italia non commenta sulla lettera e ha spiegato di non aver nulla da aggiungere a quanto detto domenica da Visco.
Il 13 giugno 2013, otto giorni dopo che Meri Giannoni aveva comprato le sue 30.000 euro di obbligazioni subordinate, Consob ha approvato un supplemento di 35 pagine al prospetto di emissione che Banca Etruria aveva fatto per emettere quei bond, in cui avvisava del progressivo deterioramento dei crediti della banca.
A dicembre, poi, Consob approva un secondo supplemento di 48 pagine in cui avvisa di altri rischi. In entrambi i casi, gli investitori che avessero già acquistato le obbligazioni avevano due giorni lavorativi per ripensarci e riavere così dalla banca i propri soldi.
Una mezza dozzina di clienti, intervistati da Reuters, hanno detto di non aver avuto alcun sentore di quella possibilità.
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