BRUXELLES (Reuters) - I ministri delle Finanze Ue potrebbero approvare la prossima settimana un'ampia riforma delle regole bancarie europee che stabiliscono il livello di buffer che gli istituti devono detenere per assorbire le perdite, ma gli Stati rimangono divisi sull'ammontare di debito subordinato che le banche più grandi dovranno emettere.
L'eventuale accordo, in occasione dell'Ecofin del prossimo 4 dicembre, avverrebbe dopo due anni di colloqui su una riforma che adeguerebbe le norme Ue sui requisiti di capitale alle intese raggiunte livello globale con i regolatori Usa e del Giappone.
L'intesa finale, tuttavia, è ancora appesa ad un decisione relativa alla fissazione dei livelli di debito subordinato che i maggiori istituti dovranno rispettare nell'ambito del nuovo quadro normativo.
Da un lato, infatti, i subordinati verrebbero utilizzati per assorbire le perdite nei casi di crisi bancarie; dall'altro, con un mercato sempre più in apprensione per la stabilità delle banche nei paesi dell'eurozona com maggiore indebitamento, come Italia e Grecia, il costo dell'emissione del debito junior potrebbe diventare proibitivo per alcuni istituti di credito.
UniCredit ha dovuto fissare un rendimento particolarmente generoso nell'ultima emissione di 3 miliardi di euro, computabile ai fini TLAC, interamente sottoscritto da Pimco
L'Italia è tra gli stati Ue che chiede che il livello di debito subordinato venga fissato fino ad massimo del 27% degli asset ponderati per il rischio detenuti dalle banche grandi e da quelle sistemiche, come Unicredit (MI:CRDI) o Deutsche Bank (DE:DBKGn).
I governi dei paesi dell'Europa settentrionale, guidati dalla Germania, chiedono invece un livello massimo obbligatorio del 30% secondo quanto riferito a Reuters da due funzionari Ue.
Attualmente, il requisito sui subordinati non è vincolante.
Il Parlamento europeo appoggia un requisito inferiore al 27%, anche se ha convenuto che si tratterebbe di un vincolo massimo "discrezionale".
Un funzionario della presidenza austriaca dell'Ue si è "fiducioso" sulla possibilità che si raggiunga un compromesso martedì prossimo.
La questione rimane comunque molto controversa e non ci si aspetta che si risolva prima della riunione dei ministri finanziari, come solitamente accade per i dossier più tecnici.
Se non si riuscisse a raggiungere un compromesso sul debito subordinato, l'approvazione dell'intero pacchetto legislativo sarebbe rimandato, bloccando, tra le altre cose, anche le norme per agevolare le cessioni di sofferenze.