Di Mauro Speranza
Investing.com - Mentre si parla sempre più di austerity, il debito pubblico italiano del mese di febbraio non solo non diminuisce ma segna il suo record storico.
Secondo i dati della Banca d’Italia, infatti, nel secondo mese del 2019 il debito ha sfiorato i 2.364 miliardi di euro, dopo che già a gennaio aveva battuto il massimo toccato nel novembre 2018.
Su base annuale, la crescita è stata di 5,3 miliardi, proseguendo così un trend di crescita ininterrotto dal 2016.
Secondo Bankitalia, è cresciuto soprattutto il fabbisogno delle Amministrazioni pubbliche, in crescita a 10 miliardi rispetto al precedente dato che segnava 6,9 miliardi del mese precedente.
Su base annuale, il 2018 ha visto il debito complessivo sale a 2.321,9 miliardi, pari al 132,2% del Prodotto Interno Lordo, anche questo dato in crescita rispetto al precedente anno (131,4% del pil).
“La preoccupazione per il debito esiste anche in Italia”, ha detto il Ministro dell’Economia Giovani Tria, il quale prosegue la difesa delle scelte del governo in materia fiscale.
“Allo stesso tempo”, ha spiegato Tria, “dobbiamo mantenere una stabilità finanziaria e abbiamo bisogno di risorse da investire sull’istruzione sul capitale umano, trovare un bilanciamento tra queste necessità. Flat tax e reddito di cittadinanza hanno questi obiettivi”.
Il rischio resta quello dell’aumento dell’Iva che potrebbe scattare a causa delle clausole di slavaguardia derivanti dagli accordi con l’Unione europea. “Troveremo una soluzione bilanciata”, ha detto Tria in un’intervista rilasciata alla Cnbc nel corso del meeting del Fmi/Banca Mondiale. “continueremo a riformare il sistema fiscale considerando i vincoli di bilancio”.
L’Italia resta così tra i paesi più indebitati al mondo, al quarto posto doo Stati Uniti (15 miliardi), Giappone (9 miliardi) e Francia (più di 2 miliardi).