Investing.com - Anche se si prevede che la Federal Reserve lasci i tassi di interesse invariati quando annuncerà la sua decisione alle 14:00 ET (18:00 GMT) oggi, probabilmente metterà in evidenza la sua intenzione di procedere con gli aumenti graduali dei tassi quest’anno, nonostante le recenti critiche ricevute dal Presidente Donald Trump.
Trump ha riferito alla CNBC di non essere “entusiasta” dell’inasprimento della politica monetaria della Fed, in un’intervista trasmessa il 19 luglio.
“Non mi piace tutto questo sforzo che stiamo facendo per l’economia per poi vedere i tassi che salgono” ha spiegato, sebbene abbia aggiunto che gli avrebbe “lasciato fare quello che ritengono sia meglio”.
I mercati prevedono che la Fed lasci i tassi stabili al range compreso tra 1,75% e 2,00% quest’oggi, ma mettono in conto l’intenzione della banca di alzare gradualmente i tassi intervenendo a settembre, mentre la probabilità di un ulteriore rialzo a dicembre oscilla vicino al 70% secondo lo Strumento di Controllo dei Tassi della Fed di Investing.com.
La Fed ha già alzato i tassi due volte nel 2018 per un totale di sette volte dal dicembre del 2015.
I dati supportano i piani di aumenti graduali
I recenti dati sembrano supportare le intenzioni della banca centrale, con la crescita del secondo trimestre al 4,1%, il tasso più forte in quasi quattro anni.
I dati pubblicati ieri mostrano che il dato sull’inflazione preferito dalla Fed, l’indice PCE, che esclude i costi di alimenti ed energia, è rimasto stabile all’1,9% a giugno, oscillando poco al di sotto dell’obiettivo del 2% della banca centrale.
I dati sul mercato del lavoro sono incoraggianti e gli economisti prevedono che il tasso di disoccupazione a luglio sia sceso al 3,9% quando sarà pubblicato il report venerdì.
La riduzione dell’esubero sul mercato del lavoro dovrebbe far salire i compensi, contribuendo all’aumento delle pressioni inflazionarie. In effetti, l’ultimo Libro Beige della Fed (che mostra le condizioni economiche attuali nei 12 distretti della Federal Reserve) sottolinea i crescenti segnali che le compagnie stanno “aumentando i compensi per attirare e tenersi stretti gli impiegati”.
Il disgelo delle tensioni commerciali potrebbe rafforzare la posizione della Fed
Il Presidente della Fed Jerome Powell il 17 luglio ha riferito al Congresso che è “difficile prevedere l’esito finale delle discussioni in corso sulla politica monetaria” ma ha ribadito che il rischio di un inatteso indebolimento economico è più o meno bilanciato dalla possibilità che l’economia cresca più velocemente di quanto preveda la banca.
“La strada migliore per il futuro consiste nel continuare ad alzare gradualmente il tasso dei fondi federali”, ha affermato Powell.
A questo bisogna aggiungere il fatto che le tensioni commerciali sembrano ridimensionarsi dopo che Unione Europea e Stati Uniti hanno deciso di pensare a dei modi per eliminare dazi ed altre barriere commerciali.
È di ieri la notizia che Stati Uniti e Cina stanno lavorando per riprendere le trattative mirate ad evitare una vera e propria guerra commerciale tra le due principali economie mondiali.
Anche se la decisione di questo mercoledì (che non sarà accompagnata da previsioni economiche o da una conferenza stampa di Powell) non dovrebbe prevedere modifiche all’operato della Fed, la banca centrale potrebbe scegliere di ribadire la propria posizione.
“Una rapida espansione economica, un’inflazione superiore all’obiettivo e delle nuove buone notizie sul commercio potrebbero comportare una dichiarazione di intenti più decisa da parte della Federal Reserve,”, secondo gli economisti di ING.