Investing.com - Il Ministro dell'Economia, Giovanni Tria, ha spiegato oggi che il suo Paese sta studiando il costo delle misure annunciate nel bilancio 2009 per cercare possibili "spazi finanziari" per ridurre il disavanzo del 2,4% del PIL annunciato, come richiesto dalla Commissione europea.
Così, dopo diversi tira e molla con la Commissione europea, il Governo intende ridurre il deficit pubblico al 2,2% o 2,3% del PIL. "Il governo non vuole ritardare l'attuazione della riforma del reddito di cittadinanza o delle pensioni per ridurre l'età pensionabile. Sarebbero disposti, invece, ad eliminare dal bilancio alcune voci di investimento, come le voci di aiuto ai territori colpiti dalle inondazioni. Ciò potrebbe consentire di ridurre di alcuni decimi il disavanzo di bilancio del 2,4% proposto per il 2019 prima della Commissione europea", sottolineano gli analisti di Bankinter (MC:BKT).
La realtà del deficit
Secondo questi esperti, "il Governo italiano non ha ancora deciso quali voci da tagliare per risparmiare sulle spese e ridurre l‘obiettivo di deficit". Il Governo è in attesa di ricevere relazioni tecniche che gli consentano di negoziare con la Commissione europea. Da parte sua, la Commissione ha chiarito di auspicare un disavanzo inferiore al 2,0% e riforme strutturali per rilanciare la debolezza dell'economia italiana. Secondo le stime di crescita italiana realizzate dalla stessa Commissione, per il prossimo anno (+1,2% contro l'1,5% del governo italiano), la manovra attuale porterebbe ad un disavanzo del 2,9%.
Bene?
Nello scenario attuale, "la Commissione euroepea potrebbe aprire all'Italia una procedura per i disavanzi eccessivi, il che normalmente implica la concessione all'Italia di un periodo di 3-6 mesi per adottare misure volte a ridurre il suo disavanzo di bilancio. In definitiva potrebbe imporre una sanzione dello 0,2% del PIL, che equivarrebbe a circa 3,5 miliardi di euro”, sèoegamp da Bankinter.
Domani l'istituzione europea deciderà, su base tecnica, come avviare la procedura. Se si vota una sanzione economica, i ministri delle finanze dell'UE dovrebbero ratificarla e poi i capi di Stato e di governo. Pertanto, secondo Bankinter, "la decisione finale è politica e, quindi, improbabile".
C'è tempo.....
Ma ciò che è chiaro agli esperti è che la Commissione avvierà la procedura. Ma la cosa sembra richeidere tempi lunghi. "In ogni caso, crediamo che la decisione finale non sarà presa sul fronte politico prima del febbraio 2019, quindi fino ad allora c'è tempo per l'Italia di arrendersi e si raggiungerà un punto di incontro tra le due parti. Inoltre, riteniamo che il mercato abbia già questa possibilità scontata (che le sanzioni siano applicate) e questo processo non inciderà in modo significativo sullo spread, negli ultimi giorni sceso di nuovo appena sotto il confine dei 300 punti base.
Infatti, i mercati si muovono comodamente in verde, con l'italiana "storia infinita" che si mette in secondo piano e si concentra maggiormente sul prossimo incontro del G20.