MILANO (Reuters) - L'industria italiana del risparmio gestito nel secondo trimestre ha registrato una brusca frenata della raccolta. Tra aprile e giugno, infatti, secondo la mappa trimestrale pubblicata da Assogestioni, il sistema ha visto deflussi per 4,947 miliardi di euro.
Da inizio anno la raccolta resta positiva, grazie al balzo del primo trimestre, per 9,788 miliardi.
Il patrimonio gestito è sceso: a fine giugno ammontava a 2.067 miliardi (2.084 miliardi a fine marzo).
A dettare la direzione dei deflussi sono state le gestioni di portafoglio (-5,83 miliardi). Segno più, invece, per le gestioni collettive (+884 milioni).
Guardando alle categorie di fondi, fuga dagli obbligazionari (-8,703 miliardi). Continua il trend positivo dei flessibili (+2,887 miliardi) e dei bilanciati (+3,109 miliardi). Segno appena positivo per i fondi azionari (+184 milioni).
Boom dei fondi monetari (+3,488 miliardi), classico rifugio dei capitali nei periodi di turbolenza e incertezza.
I fondi domiciliati all'estero hanno continuato ad attirare la maggior parte degli afflussi anche nel secondo trimestre, 2,096 miliardi, mentre quelli di diritto italiano hanno registrato deflussi per 1,005 miliardi. Da inizio anno i fondi di diritto estero hanno catalizzato 8,023 miliardi, a fronte degli 1,983 miliardi di quelli di diritto italiano.
Analizzando la raccolta dei gestori, il dato del secondo trimestre è figlio, in parte, dei deflussi registrati dal gruppo Bnp Paribas (PA:BNPP) (-6,416 miliardi), che era stato spiegato in occasione della pubblicazione dei dati di giugno con la revoca del mandato da parte di un cliente assicurativo. Analoga ragione, speculare, per il boom di Poste Italiane (MI:PST) (+5,516 miliardi).
Segno meno per Generali (MI:GASI) (-723,7 milioni) -- ma il Leone di Trieste precisa che "il risultato di raccolta è dovuto principalmente ad operazioni infragruppo" -- e per Anima Holding (MI:ANIM) (-822,1 milioni), Allianz (DE:ALVG) (-219,8 milioni), Azimut (MI:AZMT) (-432,3 milioni).
Afflussi in casa Intesa Sanpaolo (MI:ISP) (+294,6 milioni), Amundi (+875,5 milioni), Ubi Banca (MI:UBI) (+471,7 milioni) e Banca Mediolanum (MI:BMED) (+253,1 milioni).
Fuori dalla top ten, afflussi corposi per Axa (+2,768 miliardi) e JP Morgan Asset Management (+1,107 miliardi).
Male gruppo Deutsche Bank (DE:DBKGn) (-1,123 miliardi) e gruppo Banco Bpm (MI:PMII) (-902,6 milioni).
Discorso a parte per Credito Emiliano (MI:EMBI), che formalmente ha lasciato per strada 3,514 miliardi, ma solo perché dal 30 aprile scorso ha trasferito il mandato di gestione delle gestioni separate vita da Euromobiliare AM Sgr a Credemvita. "L'operazione", spiega una nota, "ha comportato l'uscita dal perimetro della rilevazione Assogestioni di 3,67 miliardi, registrati in diminuzione del patrimonio gestito e come raccolta netta negativa nel mese di maggio". Ciò non significa che vi siano stati disinvestimenti dalla clientela.