MILANO (Reuters) - L'industria del risparmio gestito a settembre ha registrato una raccolta positiva, confermando il mini-trend positivo cominciato il mese precedente. Secondo i dati parziali diffusi da Assogestioni, infatti, il mese scorso ha visto una raccolta netta pari a 436 milioni di euro.
Si rafforza, pertanto, il dato positivo del 2018: da gennaio, si legge in una nota, la raccolta netta ammonta a 12,283 miliardi.
A spiccare, però, è il tracollo dei fondi obbligazionari, risultato probabilmente della caduta dei prezzi dei Btp, conseguenza della manovra economica annunciata dal governo e bocciata dalla commissione Ue.
Risale il patrimonio gestito, che arriva a 2.055 miliardi da 2.049 miliardi di agosto.
A trainare l'industria del risparmio gestito continuano ad essere le gestioni di portafoglio, con una raccolta di 1,24 miliardi, interamente dovuta agli istituzionali (+1,856 miliardi), mentre la componente retail è negativa per 616 milioni.
Dopo la parentesi col segno più di agosto, il mese scorso sono tornate negative le gestioni collettive: -804 milioni, con i fondi aperti fortemente in rosso (-1,297 miliardi) e quelli chiusi in territorio positivo (+493 milioni).
Lo spaccato delle categorie dei fondi aperti vede una conferma dei flussi sui monetari (+560 milioni), tradizionale parcheggio di capitali nei periodi di incertezza.
Bene bilanciati (+526 milioni) e azionari (+520 milioni), mentre i flessibili, protagonisti assoluti di quest'anno (hanno raccolto 12,941 miliardi), registrano un dato negativo inedito (-660 milioni).
Non si arresta, anzi accelera, l'emorragia dei fondi obbligazionari: -2,239 miliardi. Da inizio anno i bond hanno lasciato per strada 19,204 miliardi.
I fondi di diritto italiano registrano l'ennesimo dato negativo (-1,476 miliardi), mentre i fondi di diritto estero si confermano positivi (+178 milioni).
Per ciò che riguarda i singoli gestori, spicca la performance di Amundi (+1,388 miliardi).
Segno più per il gruppo Intesa Sanpaolo (MI:ISP) (Eurizon e Fideuram): +530,4 milioni.
Torna a registrare deflussi il gruppo Generali (MI:GASI) (-945,2 milioni).
Positivi i dati di Anima Holding (MI:ANIM) (+312,9 milioni), Poste Italiane (MI:PST) (+795,8 milioni), Ubi Banca (MI:UBI) (+23,5 milioni) e Axa (+189 milioni), che entra nella top ten, scalzando Azimut (MI:AZMT) Holding (-159,6 milioni).
Segni meno contenuti per il gruppo Banca Mediolanum (MI:BMED) (-1,8 milioni) e Allianz (DE:ALVG) (-67,1 milioni).
Per il resto, deflussi consistenti da JP Morgan (NYSE:JPM) Asset Management (-240,8 milioni), Invesco (-339,6 milioni), gruppo Deutsche Bank (DE:DBKGn) (-290,5 milioni) e M&G Investments (-377,6 milioni).