Investing.com - Il tasso di deposito della Bce potrebbe toccare il 4% entro la fine dell'estate, hanno scritto gli analisi di HSBC (LON:HSBA) in un report, con i l'Eurotower che continuerà ad alzare i tassi anche dopo il periodo estivo.
La banca inglese prevede quindi due aumenti di 25 pb a luglio e settembre, oltre al rialzo di un quarto di punto per il prossimo di meeting di giugno, con il tasso di deposito che potrebbe quindi toccare i 400 punti base rispetto ai 325 attuali.
Ricordiamo che il tasso sulle operazioni di rifinanziamento principali e marginali sono rispettivamente al 3,75% e al 4,00%, dopo un aumento complessivo negli ultimi mesi pari a 375 punti base, il più ampio nella breve storia della banca centrale europea.
A questo si aggiunge anche un outlook non positivo sulla riduzione dei tassi, che secondo gli analisti non avverrà "prima della fine del 2024". Secondo HSBC, ci sono 5 motivi per cui banca guidata da Christine Lagarde proseguirà nell'aumento del costo del denaro:
- 1) L'economia resta "straordinariamente vivace" nel settore dei servizi, la compressione dei redditi si sta attenuando e la fiducia dei consumatori è "ben lontana dai minimi";
- 2) Il mercato del lavoro rimane "piuttosto rigido" e la crescita dei salari è "in costante aumento";
- 3) La produttività è stata "piuttosto debole", il che, insieme all'aumento dei salari, implica che "la crescita del costo del lavoro delle imprese è superiore a quella coerente con un obiettivo di inflazione del 2%";
- 4) I policymaker ritengono che ci sia "più terreno da percorrere", e alcuni vogliono alzare i tassi fino a quando non vedranno segnali di un calo "sostenuto" dell'inflazione di fondo. Questo secondo HSBC non avverrà "prima dell'estate";
- 5) La politica fiscale offre ancora "un importante sostegno all'attività economica", con i fondi destinati all'energia che "sono stati poi riallocati alle spese generali e ai crediti d'imposta".
La banca lancia anche un avvertimento in merito alle conseguenze del rapido aumento del costo del denaro, sottolineando come la stretta monetaria "cominci ora a farsi sentire", e come la trasmissione delle politiche monetarie funzioni con "ritardi lunghi e variabili".
Secondo HSBC, la "forte dipendenza" dell'Eurozona dai prestiti bancari implica un rischio più elevato di un eccessiva stretta, con conseguenze negative sui costi di finanziamento delle banche e sugli spread dei titoli di Stato".
In questo senso, "qualsiasi episodio di forte volatilità dei mercati che incidesse in modo sostanziale sulle prospettive di inflazione, potrebbe bloccare la BCE e addirittura costringerla a tagliare i tassi".
"La BCE si trova ancora di fronte a un dilemma", scrivono infine dalla banca inglese.