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Cina, più rischi od opportunità nel 2022?

Pubblicato 21.01.2022, 11:57
Aggiornato 21.01.2022, 12:31
© Reuters.

Di Laura Sanchez 

Investing.com - Il presidente Xi Jinping ha provocato un forte un mal di testa agli investitori nel 2021, che in Cina sono stati travolti dalla crisi di liquidità del settore immobiliare (vedi caso Evergrande (HK:3333)) e dalla politiche di prosperità comune del Partito. Quali sono le prospettive per la seconda potenza mondiale nel 2022? Parola agli esperti:

Punti contro

Per BBVA (MC:BBVA) Research, "la Cina ha continuato la tendenza al rallentamento nel quarto trimestre del 2021. La mancanza di sincronizzazione in Cina tra il ciclo economico e il ciclo dell'inflazione richiede un ciclo politico non sincronizzato".

Sulle prospettive economiche pesano una serie di venti contrari alla crescita, come la strategia della “tolleranza zero” contro il Covid che ha rallentato la ripresa dei consumi, il crollo del settore immobiliare, la normalizzazione delle esportazioni e i continui aggiornamenti normativi del governo, affermano dalla banca spagnola. 

David Rees, economista senior dei mercati emergenti presso Schroders (LON:SDR), concorda su questi fattori negativi, e si dice "preoccupato per il rallentamento dell'economia cinese" e spiega 3 motivi che fanno pensare ad un continuo indebolimento nel breve termine.

  • Esportazioni. L'economista inglese ritiene che “un rallentamento delle esportazioni si tradurrà in un deprezzamento del renminbi, che nell'ultimo anno si è fortemente apprezzato in termini commerciali". Per questo, Rees segnala la possibilità di un deprezzamento guidato della valuta attraverso i canali ufficiali.
  • Settore Immobiliare"È probabile che i problemi nel settore immobiliare si trascinino per un po''", afferma l'economista di Schroders. Nonostante un leggero allentamento, la regolamentazione governativa del settore "rimane severa". Infatti, spiega, "le vendite di nuove case, che in genere guidano l'attività di costruzione da sei a nove mesi, devono ancora stabilizzarsi in modo convincente". "un ulteriore deterioramento del settore è un chiaro rischio al ribasso per le nostre stime".
  • Covid. "La politica di tolleranza zero del governo ha recentemente portato all'imposizione di restrizioni a Tianjin e la maggiore trasmissibilità della variante Omicron indica che quasi sicuramente più città saranno colpite a breve", avverte Rees, soprattutto in vista del Capodanno cinese e delle Olimpiadi invernali. 
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Punti a favore

Nonostante questi timori, l'esperto sottolinea che “non è tutto negativo, e la buona notizia è che c'è luce in fondo al tunnel. L'impulso al credito, che misura la crescita dei prestiti in proporzione al PIL, e M1 reale, che rappresenta il valore delle componenti più liquide dell'offerta di moneta, come la liquidità in circolazione e i depositi a vista, sono entrambi aumentati a dicembre".

"Questi indicatori - evidenzia Rees da Londra - hanno storicamente anticipato l'evoluzione dell'attività di circa nove mesi, il che suggerisce che il miglioramento ciclico dell'attività economica comincerà a emergere nella tarda estate dell'emisfero settentrionale".

Passando al recente taglio del tasso di prestito ad un anno (LPR), Schroders prevede un ulteriore riduzione di 20 punti base, che "potrebbe sostenere l'attività, insieme a un aumento della spesa pubblica. Di conseguenza, prevediamo una leggera ripresa della crescita del PIL, che passerà dal 4,7% circa di quest'anno al 5% nel 2023.

Equity sottovalutate 

Ben Laidler, global markets strategist di eToro, sottolinea che “le valutazioni delle società cinesi sono la metà di quelle degli Stati Uniti, con una crescita doppia dei profitti e un settore tecnologico molto ampio", e il Paese rimane "drammaticamente sottovalutato rispetto alle dimensioni”.

“Le azioni (MCHI) sono ora scambiate a 12x le previsioni sugli utili, con titoli finanziari e immobiliari a 5x. Questa è circa la metà della valutazione degli Stati Uniti, e si prevede che la Cina avrà una crescita degli utili doppia, pari al +14%", afferma Laidler.

Inoltre, lo strategist di eToro sottolinea che “il settore tecnologico quotato in Cina ((NYSE:CQQQ)) è persino più grande degli Stati Uniti, con il 55% dell'indice. L'attenzione degli investitori sarà probabilmente sulle azioni cinesi locali ((NYSE:ASHR)) o di Hong Kong (NYSE:EWH) piuttosto che sulle ADR statunitensi (NYSE:KWEB)".

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