Di Alessandro Albano
Investing.com - La maxi-multa dell'antitrust di Pechino non sembra aver spaventato gli investitori, con il titolo di Alibaba Group Holding Ltd (HK:9988) che ha chiuso gli scambi di lunedì ad Hong Kong con un balzo del 6,5% a $ 232.20 per azione. Effetto positivo anche nel pre-market di New York, dove lo strumento guadagna il 6,2% a $ 237,08.
Nel weekend, i regolatori del mercato cinese hanno inflitto una sanzione alla società di Jack Ma pari al 4% dei suoi ricavi interni del 2019, circa $ 2,8 miliardi, per abuso di posizione dominante, nell'ambito della pratica avviata dal 2015 da parte del gruppo stesso che costringe i retailer a scegliere una sola piattaforma. In questo modo, secondo l'antitrust cinese, Alibaba "ha limitato la concorrenza nel mercato delle piattaforme di servizi di vendita al dettaglio on line in Cina", ostacolando "l'innovazione e lo sviluppo dell'economia delle piattaforme", e danneggiando "gli interessi dei consumatori".
Il management del gruppo ha affermato, durante una conference call con gli analisti, che nonostante le authority tengano sotto osservazione la società per fusioni e acquisizioni avvenute in passato, "non ci sono indagini più specifiche sull'attività di Alibaba".
"A parte la revisione delle fusioni, non siamo a conoscenza di altre questioni antitrust", ha rivelato Joe Tsai, vicepresidente esecutivo di Alibaba, aggiungendo che il gruppo "è lieto di essersi lasciato alle spalle questo problema".
A rassicurare gli investitori ci ha pensato anche il Ceo Daniel Zhang, il quale ha assicurato che la sanzione "non avrà un impatto negativo sul business di Alibaba".
La multa al colosso dell'e-commerce, tuttavia, è la più alta mai imposta in Cina, superando quella inflitta a Qualcomm (NASDAQ:QCOM) nel 2015, quando il gruppo di tecnologie per le telecomunicazioni Usa fu sanzionato dalle autorità di Pechino per $ 975 milioni.
"Non abbiamo bisogno di accordi di esclusiva per mantenere i nostri commercianti", ha detto affermato Zhang. La società, ha precisato, "ridurrà i costi per i commercianti che operano sulla piattaforma", ad esempio offrendo "alcuni servizi gratuitamente".
Come sottolineato dall'Ad, il gruppo "non presenterà nessun ricorso" contro la decisione dei regolatori, in contrasto con la posizione di Alibaba nei confronti delle autorità di regolamentazione nel 2015, quando rispose alle critiche del governo sulle contraffazione delle merci.
Secondo Tsai, gli investitori globali dovrebbero concludere dalla mossa antitrust che le autorità cinesi "hanno sostenuto il modello di business di Alibaba", coniando in legge il termine "platform economy", ha evidenziato Tsai.
"Il nostro modello di business è pienamente affermato dalle autorità di regolamentazione come positivo per l'economia del paese e per la promozione dell'innovazione", ha spiegato in seguito il vp, aggiungendo che la società "è in linea con la politica del governo di digitalizzazione dell'economia".