LONDRA (Reuters) - Respira il dollaro stamane, recuperando qualche limitata posizione dopo la netta flessione subita ieri (ai minimi da 10 mesi rispetto al paniere delle principali divise internazionali) a seguito del nuovo stop negli Usa alla riforma sanitaria del presidente Donald Trump.
** L'euro/dollaro è arretrato in mattinata fino a 1,1527, dopo essere salito nella seduta di ieri fino a 1,1583, il massimo da maggio dell'anno scorso.
** Il dollaro/yen è a sua volta risalito fino a 112,22, rimanendo comunque ben al di sotto del massimo da quasi quattro mesi registrato la settimana scorsa a 114,96. Ieri il cambio è sceso fino a 111,69, il livello più basso dal 27 giugno.
** Per la seconda volta Trump non è riuscito a far passare in Senato la propria riforma sanitaria sollevando nuovi dubbi sulla sua capacità di realizzare l'agenda economica promessa. Aggiungendo i deboli dati che continuano ad arrivare dall'economia Usa (ieri i prezzi all'import), appare evidente la cautela degli operatori sulle prossime mosse della Fed, in particolare sulla possibilità di un nuovo rialzo dei tassi entro fine 2017.
** "Il fallimento sul provvedimento sulla sanità ha portato nuove pressioni sul dollaro, che però era già sotto pressione dai commenti della scorsa settimana di Yellen" spiega lo strategist di Daiwa Securities Mitsuo Imaizumi.
** Dall'altra parte si avvicina il meeting Bce di domani. Secondo gli operatori in conferenza stampa il presidente Draghi potrebbe ammorbidire i toni rispetto al discorso di Sintra, che innescò un'ampia correzione del mercato. Tuttavia, gli analisti sembrano concordare sul fatto che già col meeting di settembre potrebbero arrivare i primi annunci concreti sui tempi e le modalità di progressiva riduzione del Qe.
"Molto è già prezzato in termini sia di euro sia di aspettative Bce" osserva lo strategist di Barclays (LON:BARC) Mitul Kotecha. "Il punto è se Draghi in conferenza stampa sosterrà questa impostazione o se correggerà un po' il tiro".