Investing.com - Il dollaro resta in range stretto contro la maggior parte delle valute negli scambi della mattinata europea di questo venerdì, i mercati attendono l’esito del vertice del G20 ad Osaka, alla ricerca di segnali di un riavvicinamento tra Stati Uniti e Cina.
L’evento chiave sarà l’incontro bilaterale di domani mattina in Giappone tra i presidenti di USA e Cina Donald Trump e Xi Jinping, da cui potrebbe emergere se lo scontro commerciale sia destinato a proseguire o ridimensionarsi nel resto dell’anno.
Il dollaro è sceso contro la maggior parte delle valute questa settimana, con aussie, kiwi and loonie rimbalzati di oltre l’1%, rispecchiando una modesta ripresa della propensione al rischio nelle speranze che il prossimo round di dazi USA in programma sulle importazioni cinesi venga posticipato.
“Il grado di debolezza del dollaro dipenderà infine da eventuali segnali concreti che emergeranno ad Osaka dalle discussioni faccia a faccia di questo weekend”, scrive l’esperto di strategie di BNY John Vells. “Un fallimento totale di qualsiasi tipo di posizione costruttiva tra i due protagonisti potrebbe comportare un ritorno delle vendite di rischio e della pressione rialzista per il dollaro”.
Gli analisti avvertono che lo yen potrebbe schizzare nuovamente se i rapporti tra le due principali economie dovessero incrinarsi.
“Ciò che è emerso nel corso dell’ultima settimana come fattore per spingere il cambio dollaro-yen verso 100 è il rischio geopolitico in Iran”, ha riferito a Bloomberg Daisuke Karakama, capo economista di mercato di Mizuho Bank Ltd. a Tokyo. “Se dovesse scoppiare la guerra nel peggiore dei casi, ciò spingerebbe giù il dollaro”.
Lo yen resta invariato a 107,66 rispetto al dollaro, dopo il crollo di oltre il 4% da fine aprile, con lo scontro USA-Cina che si è surriscaldato.
In Europa, i riflettori saranno puntati sui dati sull’inflazione al consumo delle varie nazioni. I dati di Germania e Spagna ieri hanno mostrato un quadro misto, mentre l’indagine mensile della Commissione Europea sul sentimento delle imprese e dei consumatori è stata piuttosto pessimista.
Il Presidente della Banca Centrale Europea Mario Draghi ha dichiarato che saranno necessari ulteriori stimoli se i dati non dovessero migliorare, una posizione leggermente più aggressiva rispetto a quella della Federal Reserve, che sta ancora aspettando di convincersi della necessità di un allentamento della politica monetaria.
Alle 3:30 ET (07:30 GMT), l’euro sale dello 0,1% contro il dollaro a 1,1388, mentre la sterlina scende a 1,2679 dollari, in attesa della lettura aggiornata sulla crescita del prodotto interno lordo del primo trimestre alle 4:30 ET (08:30 GMT). La sterlina è ancora in balìa dell’incertezza sulla Brexit, con Boris Johnson, il favorito nella corsa alla leadership del partito Conservatore, che lancia segnali misti sulla probabilità di una “Hard Brexit” il 31 ottobre.