Investing.com - Il dollaro resta vicino al massimo degli ultimi sette anni contro lo yen questo martedì, in seguito all’annuncio da parte del Primo Ministro nipponico di nuove misure a sostegno della crescita; contro le altre controparti il biglietto verde scende nonostante i dati migliori del previsto sull’indice dei prezzi alla produzione negli USA.
Il Dipartimento per il Commercio USA ha dichiarato che i prezzi alla produzione sono saliti dello 0,2% lo scorso mese, contro le previsioni di un calo dello 0,1% a settembre.
L’indice dei prezzi alla produzione core, che escludono la componente di alimentari energetici e commercio, sono saliti dello 0,4% ad ottobre, contro le aspettative di un aumento dello 0,2% ed in seguito alla lettura invariata a settembre.
Il cambio USD/JPY è sceso a 116,39, dopo che il Primo Ministro Shinzo Abe ha indetto elezioni anticipate per il prossimo mese, aggiungendo che sarà rimandato l’aumento delle imposte.
L’annuncio segue di un giorno i dati che hanno mostrato una contrazione dell’economia del Giappone al tasso annuo dell’1,6% nel terzo trimestre, andando così in recessione.
Lo yen è sceso al minimo di sei anni contro lo yen, con la coppia EUR/JPY a 146,70, prima di attestarsi a 145,89.
L’euro è salito contro il dollaro, con il cambio EUR/USD in salita dello 0,63% a 1,2528.
La moneta unica è stata sostenuta dopo i dati del
Centro per la Ricerca Economica ZEW che indicano un miglioramento dell’indice del sentimento economico tedesco al massimo di quattro mesi di 11,5 questo mese dalla lettura di ottobre di -3,6.
Il report ha indicato che l’economia si sta stabilizzando, ma ha avvertito che le tensioni geopolitiche in corso continuano a rappresentare un rischio.
Le aspettative di un ulteriore stimolo da parte della BCE restano alte, dopo le dichiarazioni del Presidente Mario Draghi, il quale ha dichiarato che la banca centrale potrebbe espandere il programma di acquisti includendo l’acquisto di bond governativi.
La sterlina è in salita contro il dollaro, con GBP/USD in salita dello 0,16% a 1,5663.
La sterlina resta supportata dai dati che hanno mostrato un aumento del tasso annuo di inflazione nel Regno Unito dell’1,3% ad ottobre, dal dato di settembre dell’1,2%, ma resta al di sotto dell’obiettivo della BoE del 2%.
Il cambio USD/CHF è in calo dello 0,63% a 0,9590, mentre il cambio EUR/CHF è vicino al massimo di 26 mesi contro la moneta unica a 1,2012, non lontano dal tasso di cambio impostato dalla Banca Nazionale Svizzera di 1,20 l’euro.
Il franco svizzero è salito contro l’euro nelle ultime sedute, in attesa della votazione del mese scorso che potrebbe spingere la banca ad aumentare le riserve auree, una manovra che potrebbe ridurre la capacità di bloccare il valore del franco svizzero contro l’euro.
Il dollaro australiano è in calo, con il cambio AUD/USD giù dello 0,20% a 0,8723, dopo i verbali del vertice di novembre della Reserve Bank of Australia, che hanno indicato che i tassi resteranno stabili ancora a lungo.
Il cambio NZD/USD è in salita dello 0,71% a 0,7967. Intanto, il cambio USD/CAD è in calo dello 0,11% a 1,1295.
L’Indice del Dollaro USA, che replica l’andamento del biglietto verde contro un paniere di altre sei principali valute, scende dello 0,43% a 87,63.