Di Alessandro Albano
Investing.com - Appesantito dalla crisi energetica e dalle ripercussioni sulla crescita economica, l'EUR/USD ha rotto la parità nella seduta di lunedì per poi consolidare le perdite nel trading odierno a $0,9931 in seguito delle letture PMI non proprio incoraggianti.
Come mostrato da S&P/IHS Markit, i PMI compositi per Germania e Francia sono scesi rispettivamente a 47,6 e 49,8, entrambi al di sotto del livello 50 che tipicamente separa la crescita dalla contrazione. La lettura rappresenta un minimo di 26 mesi per la Germania e un minimo di 18 mesi per la Francia.
Meglio del previsto, invece, le indagini per l'Eurozona, con indice composito sceso a 49,2 dalle previsioni di 49,0, anche se non basta per cambiare un quadro che punta ad una recessione tra le fine dell'anno e l'inizio del 2023.
A dare l'avvertimento ufficiale è stata la Bundesbank, al quale ha dichiarato lunedì nel suo rapporto mensile che una recessione in Germania, la più grande economia dell'Eurozona, "è sempre più probabile". "Il calo della produzione economica nei mesi invernali è diventato molto più probabile", ha affermato la banca centrale guidata da Nagel. "L'alto grado di incertezza sulle forniture di gas questo inverno e il forte aumento dei prezzi probabilmente peseranno pesantemente su famiglie e aziende".
A questo proposito, Societe Generale SA (EPA:SOGN) ha fatto notare che in Europa "i sondaggi nazionali sono più forti dei dati PMI, che possono far sperare in un dato più forte del previsto, ma in Germania i prezzi del gas, dell'acqua livello del Reno e l'inflazione hanno un impatto devastante sulla fiducia delle imprese".
La banca francese ha avvertito, prima delle lettura odierne, che "un pessimo PMI tedesco potrebbe essere sufficiente per cementare la coppia EUR/USD al di sotto della parità, anche se gli altri paesi stanno facendo meglio".
Secondo Ulrich Leuchtmann, strategist di Commerzbank (ETR:CBKG), l'euro potrebbe essere "particolarmente sensibile" a una revisione delle aspettative sottostanti della Fed, in quanto la BCE ha preso la seconda posizione più forte possibile tra le banche centrali del G10" dopo la Bank of Japan.
La banca tedesca vede la coppia euro-dollaro toccare $0,98 entro la fine dell'anno, e non è l'unica grande banca ad avere una view così ribassista. Morgan Stanley (NYSE:NYSE:MS), ad esempio, stima che l'euro scivolerà verso $ 0,97 in questo trimestre, mentre Nomura (TYO:8604) punta a $ 0,975 entro la fine di settembre, poi "il mercato potrebbe puntare a raggiungere il livello di $ 0,95, a causa della crisi energetica".
Si aggiunge poi la danese Danske Bank (CSE:DANSKE), che ha aggiornato le previsioni per EUR/USD puntando a 0,98 su un orizzonte di 3 mesi e 0,95 su un orizzonte di 12 mesi.