Di Alessandro Albano
Inveting.com - Il conflitto russo-ucraino sta pesando particolarmente sull'euro che si appresta a chiudere la peggior settimana dal marzo 2020 dopo aver perso il 2,1% contro il Dollaro, il vero vincitore di queste prime fasi della guerra in Est Europa insieme alle materie prime .
Con un Indice del Dollaro ai livelli pre-pandemici, la moneta unica ha perso l'8,3% in un anno passando da 1,19 dollari del marzo 2021 agli attuali $1,09 dopo aver rotto il supporto chiave di USD1,10 a seguito dell'attacco russo alla più grande centrale nucleare in Ucraina. Attacco che ha avuto forti ripercussioni su tutti gli asset di rischio, con le Borse europee che stanno perdendo tutte oltre il 3,5%.
"Lo status dell’euro è vulnerabile“, ha scritto in una nota Jane Foley, FX senior strategist di Rabobank, a seguito delle "relazioni che, a livello corporate, esistono tra l’Europa e le aziende russe, soprattutto nel settore energetico”.
Secondo l'esperta, a causa della guerra in Ucraina l’inflazione dell’Eurozona (+5,8% a febbraio con prezzi energetici al +31%) "sarà più alta per un periodo di tempo più lungo, e con il potenziale di una crescita economica inferiore”.
Sulla valuta comunitaria pesa anche il contesto monetario e il possibile stop al percorso di normalizzazione che potrebbe arrivare in vista delle conseguenze del conflitto ucraino sulla crescita economica dell'area euro.
"Se prima della guerra ci si aspettava che la BCE alzasse i tassi di interesse in modo significativo nei prossimi due anni, ora essa dovrà rivedere l’agenda per adattarsi agli sviluppi geopolitici e macroeconomici", scrivono in una nota di ricerca Norman Villamin, Chief Investment Officer Wealth Management, e Patrice Gautry, Chief Economist di Union Bancaire Privée (UBP)
Per quanto riguarda l’inflazione, per i due esperti le crescenti pressioni sui prezzi dell'energia, del grano e dei metalli potrebbero far salire l’inflazione dell’Eurozona "tra lo 0,3% e l'1,5%", con il tasso d'inflazione che "dovrebbe rimanere sopra il 5% su base annua nei prossimi trimestri, con effetti che dureranno fino al 2023".
In termini di crescita, spiegano da UBP, "vi sono ulteriori rischi al ribasso che potrebbero attenuare l’effetto del rimbalzo atteso nel secondo trimestre. I vincoli al commercio avranno un impatto sia sulla Russia che sull'Europa. L'Europa è più dipendente in termini sia di importazioni che di esportazioni, e anche se l'impatto macroeconomico delle sanzioni dovesse rimanere contenuto, le aziende che fanno affari in Russia saranno gravemente colpite dalle sanzioni".
Contro le altre divise, l'euro è scivolato al valore più basso sul pound britannico dai tempi del post referendum sulla Brexit (luglio 2016), con la coppia EUR/GBP a £0,8255 (-4,1% in un anno), mentre l'EUR/JPY cede lo 0,9% a JPY126,54.