L'AJA (Reuters) - La Corte Internazionale di Giustizia emetterà oggi la sentenza relativa al caso presentato dalla Somalia contro il Kenya in merito ad aree contestate dell'Oceano Indiano, considerate ricche di petrolio e gas.
La sentenza arriva dopo che Nairobi la scorsa settimana ha detto di aver revocato il riconoscimento della competenza della corte.
La Somalia ha presentato il caso nel 2014 alla più alta corte delle Nazioni Unite per le controversie tra Stati. La decisione potrebbe determinare chi detiene i diritti di sfruttamento di gas e petrolio nelle acque profonde al largo della costa dell'Africa orientale.
Il caso presentato al tribunale dell'Aja riguarda una disputa per i confini marittimi su oltre 100.000 km quadrati di fondali marini rivendicati da entrambi i Paesi.
A marzo, il Kenya ha boicottato le udienze pubbliche all'Aja.
L'ufficio degli Esteri del Kenya ha detto venerdì di aver annullato il riconoscimento automatico della giurisdizione della corte, il che significa che non può essere coinvolta nei casi trattati dal tribunale senza consenso.
L'annullamento non ha validità retroattiva e non avrà alcuna influenza sul caso della Somalia, secondo quanto comunicato da Andrey Poskakukhin, portavoce della corte.
La disputa sui confini marittimi è iniziata nel 2012 dopo che la Somalia ha accusato il Kenya di aver assegnato illegalmente i diritti di esplorazione nelle acque alle multinazionali Total ed Eni (MI:ENI).
La portata delle riserve di idrocarburi nelle acque contese non è nota, ma il Kenya ha assegnato le licenze in un momento in cui la costa dell'Africa orientale è emersa come una delle possibili destinazioni per le esplorazioni petrolifere più interessanti al mondo.
Le decisioni della Corte Internazionale sono definitive. Tuttavia, il tribunale non ha mezzi diretti di applicazione e alcuni stati hanno ignorato le sue decisioni in passato.
(Tradotto in redazione a Danzica da Michela Piersimoni, in redazione a Milano Sabina Suzzi, michela.piersimoni@thomsonreuters.com, +48 587696616)