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Tassi Bce, analisti: primo taglio a giugno ma non torneranno a livello pre-Covid

Pubblicato 12.04.2024, 09:50
© Reuters.

Investing.com – La Bce ha lasciato ancora una volta i tassi d’interesse invariati al livello più alto mai raggiunto nell’era dell’euro. Tuttavia, una Lagarde particolarmente dovish secondo gli esperti ha rafforzato le possibilità che il primo taglio arrivi già dalla prossima riunione. Ma la strada resta piena di incognite e i banchieri hanno ribadito la propria dipendenza dai dati. Per riassumere cosa è successo ieri all’Eurotower e cercare di capire quale traiettoria prenderà la politica monetaria nell’Eurozona, Investing.com ha raccolto i commenti degli analisti sull’ultima riunione della Bce.

Ann-Katrin Petersen, Chief Investment Strategist Germania, Austria, Svizzera ed Est Europa di BlackRock (NYSE:BLK) Investment Institute

A differenza della Fed, si è rafforzata l'ipotesi di un primo taglio dei tassi della BCE a giugno. Ma il ritmo dei tagli successivi è ancora incerto. Gli investitori dovrebbero tenere a mente il quadro generale: i tassi nell'area dell'euro rimarranno probabilmente strutturalmente più alti rispetto a prima della pandemia. Questo ciclo di tagli dei tassi non sarà profondo come quelli precedenti.

Primo taglio a giugno, poi in funzione dei dati. Come previsto, oggi la BCE ha mantenuto i tassi di politica monetaria invariati. Tuttavia, la Presidente Lagarde ha ribadito che un primo taglio dei tassi è probabile a giugno, a condizione che i dati siano conformi. In particolare, non si sa ancora quale sarà il ritmo dei tagli successivi. Lagarde ha ribadito che la BCE seguirà un "approccio dipendente dai dati, da riunione a riunione".

La BCE è più avanti della Fed. Rispetto alla Fed, la BCE si trova ad affrontare una crescita più debole e ha innalzato ulteriormente la politica restrittiva. La recente e forte crescita dei posti di lavoro e l'inflazione costante rendono improbabile un taglio della Fed a giugno. Pertanto, la BCE probabilmente taglierà per prima, ma potrebbe poi muoversi più lentamente se la Fed ritarda i tagli.

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Un'inflazione costante significa un ciclo di allentamento poco profondo. Man mano che lo shock energetico si esaurisce e i precedenti rialzi dei tassi della BCE si fanno sentire, ci aspettiamo che l'inflazione complessiva dell'area dell'euro raggiunga - o addirittura superi temporaneamente - l'obiettivo della BCE del 2% nel 2024. Ma non si tratta di un ritorno al mondo che conoscevamo un tempo, in cui l'inflazione era costantemente ben al di sotto dell'obiettivo del 2%. Con un mercato del lavoro ancora rigido e una produttività debole, le pressioni interne sui prezzi potrebbero mantenere l'inflazione vicina o superiore al 2%. Gli investitori dovrebbero tenere a mente il quadro generale: i tassi nell'area dell'euro rimarranno probabilmente strutturalmente più alti man mano che l'inflazione si stabilizzerà al di sopra dei livelli pre-pandemici.

Álvaro Sanmartín, Chief Economist, Amchor IS

La Bce ha nuovamente avuto un tono dovish: questo segnala che è molto probabile che i tassi vengano abbassati nella prossima riunione di giugno e riconosce persino che alcuni membri avrebbero voluto iniziare ad abbassarli oggi. Lagarde è lieta che i segnali di moderazione salariale siano in aumento e che i margini delle imprese stiano assorbendo parte degli aumenti dei costi passati. Vede anche segnali di un crescente equilibrio tra domanda e offerta nel mercato del lavoro, il che aumenta la fiducia che la moderazione salariale possa consolidarsi nei prossimi mesi. Inoltre, questo migliore equilibrio nel mercato del lavoro si sta realizzando attraverso una riduzione dei posti vacanti piuttosto che con la distruzione di posti di lavoro, il che è un fattore ancora più positivo.

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Come ad annunciare che il taglio dei tassi di giugno sia quasi una certezza, Lagarde "dice" che è possibile che, a causa degli effetti base associati ai prezzi dell'energia, l'inflazione fluttui nei prossimi mesi. Il messaggio implicito, a mio avviso, è che, anche se alcuni dati tra oggi e giugno dovessero risultare in leggero peggioramento, è da considerare comunque normale che i tassi da giugno scenderanno.

Le mie conclusioni: la Bce è ancora intenzionata a tagliare i tassi, e giugno è chiaramente il mese giusto per farlo, a meno che non si verifichi una sorpresa importante nei dati sull'inflazione e/o sui salari tra oggi e quella data (cosa che non ci aspettiamo). Guardando al futuro, continuo a pensare che la crescita dell'Eurozona aumenterà e che questo porterà la Bce a tagliare i tassi meno del previsto. Dal punto di vista degli asset di rischio, in ogni caso, tutto sembra essere in ordine per il momento.

Peter Goves, Head of Developed Market Debt Sovereign Research di MFS IM

Il cambiamento principale rispetto al comunicato stampa iniziale è stato quello di definire le condizioni alle quali la BCE potrebbe tagliare i tassi. Per quanto riguarda la tempistica dei tagli, non ci sono percorsi predeterminati, come ci si aspetterebbe: La Lagarde non si è giustamente espressa sul percorso preciso di eventuali tagli. Tuttavia, ha sottolineato ancora una volta che a giugno la CG avrà a disposizione dati sull'inflazione più consistenti e nuove proiezioni. Questo fornirà la base per determinare se lo scenario di base della BCE si sta realizzando e se l'inflazione sta tornando all'obiettivo in modo sostenibile. È interessante notare che alcuni governatori erano già fiduciosi in un taglio, ma la grande maggioranza ha confermato la decisione prevalente. Inoltre, è stato sottolineato che la BCE dipende dai dati e non dalla Fed e che la politica monetaria della BCE è determinata principalmente dalle dinamiche dell'area dell'euro, tenendo conto anche del contesto globale. La dinamica dell'inflazione negli Stati Uniti è semplicemente di natura diversa da quella dell'area dell'euro.

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Forse l'implicazione più chiara per il mercato è che i Bund possono continuare a sovraperformare gli UST. In definitiva, i rendimenti dei Bund dovrebbero scendere nel medio termine, poichè sono previsti meno di tre tagli di 25 pb per il 2024. Non crediamo che la BCE possa giustificare una pausa iniziale, una volta deciso che è necessario ridurre le misure restrittive. Anche con tre o quattro tagli da 25 pb, i tassi resterebbero probabilmente leggermente restrittivi, tranquillizzando le preoccupazioni dei critici. Nel complesso, con i tassi BCE ai massimi storici e la prossima probabile manovra di taglio, questa situazione dovrebbe limitare le possibilità di ribasso dei rendimenti dei Bund (almeno per quanto riguarda i driver interni).

Gli spread EGB rimangono stabili, con i BTP-Bund a 10 anni a livelli relativamente stretti. La politica dei QT è stata comunicata in modo trasparente, con un'attuazione prevedibile. Anche l'offerta continua a essere assorbita bene. L'IPT rimane nel kit di strumenti della BCE e il suo utilizzo non sarebbe compromesso da uno scenario in cui un paese entri in una procedura per disavanzo eccessivo a causa di uno slittamento dei conti pubblici. La Lagarde ha anche osservato che il nuovo quadro fiscale sarà probabilmente approvato e migliorerà la coesione e il processo fiscale a vantaggio dell'area dell'euro. La riunione della BCE di ieri non modifica quindi l'opinione che facciamo fatica a vedere fattori catalizzatori negativi in grado di provocare un allargamento significativo nel breve termine.

Antonella Manganelli, AD di Payden & Rygel Italia

La riunione della BCE è passata sottotraccia sui mercati e, come previsto, senza modifiche di politica monetaria.

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I messaggi principali rimangono gli stessi:

Un taglio dei tassi alla riunione di giugno rimane l'ipotesi di base, con l'inflazione che procede in modo tale da consentire probabilmente l'inizio del ciclo di tagli.

La BCE non aspetterà un'inflazione al 2% "ovunque" prima di tagliare, ma è particolarmente attenta ai salari.

C'è stato un "ampio consenso" sulle prospettive, il che suggerirebbe che i membri più critici del consiglio direttivo non sono contrari all'attuale messaggio di un probabile taglio a giugno.

Alla Presidente Lagarde è stato chiesto di fare un confronto tra la politica della Fed e l'inflazione statunitense. Ha rilevato l'importanza dei dati statunitensi, ma ha sottolineato l'indipendenza della BCE e l'importanza dei dati europei.

La Presidente Lagarde ha anche sottolineato che entro giugno saranno disponibili "molti più dati" che confluiranno nelle previsioni aggiornate della BCE, il che probabilmente pone di nuovo le premesse per un taglio a giugno.

Antonio Cesarano, Chief Global Strategist di Intermonte

La riunione della BCE è stato di fatto interlocutoria/preparatoria a quella potenzialmente operativa del 6 giugno.

Le principali dichiarazioni di oggi riguardano i seguenti temi:

Se la disinflazione continuerà, il sentiero dei tassi di riferimento seguirà tale trend.

Sappiamo che il trend calante dell'inflazione sarà soggetto a fluttuazioni, soprattutto a causa della componente energetica.

Pochi membri oggi erano già soddisfatti del livello di inflazione raggiunta (alias pochi erano già a favore del taglio tassi).

La BCE non è una banca soggetta a stagionalità ("è una banca per tutte le stagioni"), rispondendo ad una domanda su ipotesi di taglio dei tassi soggetto a discontinuità a causa delle fluttuazioni possibili del trend disinflattivo.

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Le determinanti dell’inflazione Euro/USA sono diverse per cui l'area Euro non è lo specchio degli USA.

In sintesi, dunque:

Sebbene con tutti i caveat del caso (non prendiamo impegni ex ante), la Lagarde di fatto ha confermato che la potenza del taglio tassi è per giugno.

Allo stesso tempo ha anche implicitamente escluso l'ipotesi avanzata da alcuni analisti di fase di taglio dei tassi discontinua, a causa delle possibili fluttuazioni dell'inflazione.

Infine, sul tema operatività del piano TPI nel caso di apertura di procedura di infrazione per deficit eccessivo, la Lagarde ha richiamato le condizioni "alternative" che legano il TPI (il piano di acquisto di bond a discrezione della BCE se sussistono alcune condizioni) alla procedura: “Compliance with the EU fiscal framework: not being subject to an excessive deficit procedure (EDP), or not being assessed as having failed to take effective action in response to an EU Council recommendation”.

In altri termini, se anche fosse aperta la procedura di infrazione ma lo stato in infrazione seguisse le relative raccomandazioni, il piano TPI sarebbe potenzialmente ancora operativo.

Martina Daga, Macro Economist, AcomeA SGR

Ancora una volta la Bce decide di tenere fermo il livello dei tassi di riferimento, con Depost Rate al 4%, Marginal Lending Facility al 4.75% e Main Refinancing Operation al 4.5%.

Il quadro macroeconomico delineato durante la conferenza stampa indica una crescita economica piuttosto debole anche nel primo trimestre dell’anno. I dati prospettici puntano a una graduale ripresa guidata dal settore terziario e da un miglioramento dei redditi reali. Il tasso di disoccupazione rimane ai minimi storici, ma alcuni dati puntano a un ribilanciamento di domanda e offerta di lavoro. Ancora una volta Lagarde sottolinea l’importanza di un’efficace implementazione del programma NGEU per stimolare gli investimenti nell’Eurozona.

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Inoltre, stiamo continuando a vedere una riduzione dei fattori che pesano sulla crescita economica, tra cui una politica monetaria che è rimasta restrittiva troppo a lungo. Nonostante le pressioni domestiche rimangano alte, soprattutto sul fronte dei prezzi dei servizi, le spinte inflazionistiche sembrano ora meno preoccupanti per la Bce: le misure inflazionistiche stanno rallentando e anche la crescita salariale si sta gradualmente moderando, con le aziende che stanno in parte assorbendo nei margini di profitto l’aumento del costo del lavoro, senza che questo gravi interamente sui prezzi al consumo. La Bce si aspetta che l’inflazione fluttuerà intorno al livello attuale, principalmente trainata dall’effetto base della componente energetica, per alcuni mesi prima di scendere più velocemente verso il target del 2% non prima del prossimo anno.

Come già anticipato dalle comunicazioni informali dei membri del board della Bce, c’è ora un certo consenso sul fatto che il primo taglio dei tassi di riferimento arriverà in occasione della riunione di politica monetaria di giugno. Tuttavia, la banca centrale europea ha posto delle condizionalità; la decisione dipenderà da elementi: l’aggiornamento delle proiezioni di inflazione, la dinamica dell'inflazione core e la forza della trasmissione della politica monetaria. Non c’è un impegno preventivo, ma la direzione è chiara.

Rimane invece incertezza sul ritmo dei tagli, che non è stato oggetto di commenti durante la conferenza stampa. Il mercato è entrato nel meeting di oggi prezzando circa 85 bp di tagli ai tassi di riferimento entro la fine dell’anno, ovvero 3 o 4 tagli da 25 bp ciascuno, nelle rimanenti 5 riunioni di politica monetaria per il 2024.

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Anche se durante la conferenza stampa Lagarde ha ancora una volta ribadito la propria indipendenza dalla Fed e il fatto che il trend di inflazione delle due aree geografiche abbia driver differenti, le conseguenze di un’eventuale divergenza nella politica monetaria si rispecchieranno nella stipula delle proiezioni macro. Anche a seguito degli ultimi dati sull’inflazione negli Stati Uniti, è sempre più probabile che almeno nel breve periodo la politica monetaria delle due principali banche centrali prenderà direzioni differenti, allineandosi alla situazione economica delle due aree geografiche. La Fed dovrà probabilmente rivedere la propria politica monetaria, considerando la riaccelerazione del ritmo di crescita dell’inflazione e un mercato del lavoro ancora particolarmente forte.

Tomasz Wieladek, Chief European Economist, T. Rowe Price

La Bce ha adottato una forward guidance altamente dipendente dai dati. La banca centrale ha dichiarato che renderà la politica monetaria meno restrittiva quando saranno soddisfatte tre condizioni: calo dell'inflazione sottostante, prospettive di inflazione in linea con l'obiettivo e forza della trasmissione della politica monetaria.

Questo è un chiaro segnale che molto probabilmente taglierà i tassi a giugno, a patto che non ci siano sorprese significative nei dati futuri. Inoltre, indipendentemente dal fatto che sia visto in relazione al tasso neutrale o al tasso d'inflazione, il tasso di riferimento è in territorio altamente restrittivo.

La Bce potrebbe facilmente tagliare i tassi di interesse di 100 punti base e continuare a sostenere di essere in un territorio altamente restrittivo. Ritengo pertanto che quest'anno assisteremo a una sequenza di tagli da parte della banca centrale europea, per un valore complessivo di 100-125 punti base.

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Mi aspetto che tutte e tre le condizioni siano più che soddisfatti entro la riunione di giugno. L'inflazione dei servizi ad aprile probabilmente diminuirà a causa degli effetti della Pasqua, sia su base tendenziale che congiunturale. La prossima indagine sui prestiti bancari della Bce continuerà probabilmente a mostrare un calo della domanda di prestiti da parte delle imprese. Inoltre, le proiezioni sull'inflazione della Bce hanno già segnalato un calo a marzo. Ma tale proiezione era condizionata a 4,5 tagli nel 2024. Il mercato ora prevede solo 3,2 tagli, il che porterebbe a un'inflazione a medio termine ancora più bassa nelle proiezioni della banca centrale europea.

Alexander Batten, Fixed Income Portfolio Manager di Columbia Threadneedle Investments

Come già largamente anticipato, la BCE ha mantenuto i tassi invariati, gettando inoltre le basi per iniziare un ciclo di tagli a giugno. Nel comunicato si sottolinea il contributo della politica monetaria nel ridurre l’inflazione e si menzionano esplicitamente i tagli dei tassi, sebbene condizionati a ulteriori progressi in materia di inflazione; pur lasciando intedere che a giugno avrà inizio un ciclo di allentamento, non è stato preso un impegno preliminare formale.

Negli Stati Uniti, gli ultimi rialzi inflazionistici hanno messo in dubbio la possibilità che la Federal Reserve avvii un ciclo di allentamento nel corso dell’anno, con il rischio che anche le altre banche centrali non iniziassero il proprio processo di allentamento prima della banca statunitense. Tuttavia, non sembra essere questo il caso per quanto riguarda l’Eurozona. Infatti, le recenti dinamiche dell’inflazione, dei salari e degli utili sono in linea con una politica di tagli dei tassi e la BCE ha chiaramente deciso di impostare la politica monetaria sulla base delle condizioni interne piuttosto che su dinamiche internazionali.

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Oltre a sottolineare che la Bce è “indipendente dalla Fed”, la Presidente Largarde ha precisato che l’andamento della politica monetaria è subordinato ai dati in attesa da aprile a giugno. Tuttavia, menzionando ripetutamente l’introduzione di una guidance sui tagli, la Presidente della Bce lascia intendere che il primo taglio si farà a giugno, ma che successivi dati potrebbero rallentare il processo di allentamento.

Felix Feather, Economist, abrdn

“Nessuna sorpresa da parte della BCE, che ha optato per il mantenimento dei tassi di interesse per la quinta volta consecutiva. Come previsto, la banca ha inoltre posto le basi per un imminente ciclo di allentamento modificando la sua dichiarazione di politica monetaria.

La decisione odierna conferma che, a parte eventuali sorprese economiche di grande rilievo, la banca si prepara a effettuare un taglio dei tassi nella riunione di giugno.

Non ci aspettiamo, tuttavia, che la banca si affretti a tagliare i tassi d'interesse.

Benché abbiano abbracciato l'idea di un taglio dei tassi, i funzionari hanno anche sottolineato la necessità di mantenere una politica restrittiva per un certo periodo di tempo, il che precluderebbe una serie di tagli molto bruschi.

Ciononostante, ci aspettiamo che la banca effettui diversi tagli di 25 punti base prima della fine dell'anno”.

Francesco Pesole, FX Strategist di ING

La BCE ha mantenuto i tassi invariati come previsto, ma ha introdotto un riferimento esplicito ai tagli dei tassi nel suo comunicato per la prima volta dall'inizio del ciclo di politica restrittiva.

La reazione dei mercati finanziari è stata generalmente contenuta dopo la pubblicazione del comunicato e la conferenza stampa della Presidente Lagarde, poiché il leggero cambiamento nella comunicazione è stato in linea con le aspettative del mercato secondo cui i tagli dei tassi inizieranno a giugno.

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L'euro si è leggermente deprezzato dopo l'annuncio, ma il movimento è stato rapidamente invertito dopo la pubblicazione dei dati sull'inflazione dei prezzi alla produzione (PPI) negli Stati Uniti, inferiori alle attese. L'EUR/USD continua a essere quasi interamente influenzato dai dati statunitensi, mentre le aspettative stabili di allentamento monetario della BCE per il momento non hanno un effetto significativo sul mercato valutario.

Sul mercato obbligazionario, i rendimenti delle obbligazioni decennali tedesche sono calati leggermente (di circa 5 punti base). Lo spread BTP-Bund a 10 anni e’ essenzialmente invariato intorno ai 140 punti base.

Roberto Rossignoli, Senior Portfolio Manager di Moneyfarm

Come ampiamente previsto dal consensus, nel corso dell’ultima riunione l’Eurotower ha optato per la quinta volta consecutiva per il mantenimento dei tre tassi d’interesse di riferimento agli attuali livelli record. Una mossa che torna a sottolineare l’approccio prudente dei policymaker europei, che restano alla ricerca di nuovi e più forti segnali di un rallentamento dei prezzi, come potrebbe essere il raffreddamento della dinamica salariale.

Questa linea “attendista” trova riscontro nelle ultime dichiarazioni di Christine Lagarde, secondo la quale occorrerà attendere almeno la fine del primo semestre per avere un quadro più completo. Ad ogni modo, il trend calante dell’inflazione, sempre più vicina al target del 2%, unito alla politica di allentamento monetario intrapresa dalla Svizzera, lasciano sperare gli investitori in un primo taglio dei tassi già a giugno.

Sembrerebbe dunque profilarsi una divergenza tra la politica monetaria della Fed e quella della Bce: mentre la prima è chiamata ad affrontare crescenti pressioni inflazionistiche in un contesto di crescita economica robusta, la seconda è alle prese con il difficile compito di calibrare le proprie mosse e tenere conto delle loro potenziali ripercussioni su valute e prezzi al consumo a livello globale.

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Ultimi commenti

se torneranno a livelli pre covid lo stabilirà l'economia, non i giornalisti, tantomeno Lagarde. Esattamente come l'inflazione era transitoria (cit. Powell e Lagarde). Niente in economia è dato x scontato!
Amen!
Ne restera' solo uno!
A qualcuno sfugge che se si abbassano i tassi, mentre l’economia a Stelle e Strisce continua a tirare e l’inflazione stabile sopra al 2,8/3,0, l’Euro subirà un contraccolpo non indifferente con il ritorno di una fiammata d’inflazione piuttosto importante. Indi per cui finché non “salta il banco”, ovvero gli Stati Uniti, un taglio dei tassi potrebbe rivelarsi un autogol pazzesco
Vero, ma un euro debole favorisce le esportazioni verso acquirenti in dollari
D'accordo con Pincopallino se tagliano i tassi prima della Fed o sono pazzi o degli incompetenti....
facciamo ottobre
Ci credo.
...i tassi era precovid erano una estrema ratio alla fine solo dannosa...
forse qualcuno si scorda che quei tassi erano figli del quantitative easing e del whatever it takes di Draghi. un eccezionalità che non può diventare regola... quindi non c'è nemmeno da porsi il problema di rivedere un tasso BCE o l'euribor a livelli pre-covid
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