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Balzo del greggio, l’Arabia Saudita vuole ridurre le esportazioni

Pubblicato 24.07.2017, 13:06
Aggiornato 24.07.2017, 13:06
© Reuters.  Balzo del greggio, l’Arabia Saudita vuole ridurre le esportazioni

Investing.com - Il prezzo del greggio schizza al massimo della seduta negli scambi statunitensi di questo lunedì, dopo che l’Arabia Saudita ha promesso di fare più tagli alle esportazioni di greggio ad agosto per ridurre l’eccesso delle scorte globali.

L’Arabia Saudita, il principale produttore OPEC, ridurrà le esportazioni a 6,6 milioni di barili al giorno ad agosto, secondo quanto dichiarato dal ministro per l’energia Khalid Al-Falih al termine di un vertice con gli altri produttori, riunitisi per discutere del rispetto dell’accordo sul taglio alla produzione.

I ministri del greggio riuniti a San Pietroburgo, in Russia, non hanno apportato modifiche all’accordo sulla produzione e non hanno limitato la produzione di Libia e Nigeria.

Tuttavia, secondo molte voci, la Nigeria ha promesso di prendere volontariamente parte ai tagli se raggiungerà gli 1,8 milioni di barili al giorno. La Libia, che ha aumentato la produzione a più di un milione di barili al giorno, non ha in programma di limitare la produzione fino a quando non raggiungerà l’obiettivo di 1,25 milioni di barili al giorno.

I due paesi sono stati esentati dal patto tra i principali produttori di greggio per consentire alla loro produzione di riprendersi dopo anni di difficoltà.

A maggio l’OPEC e altri produttori non-OPEC, come la Russia, hanno accettato di prolungare i tagli alla produzione di circa 1,8 milioni di barili al giorno fino al marzo 2018.

I ministri del petrolio in occasione del vertice hanno dichiarato che l’accordo sui tagli potrebbe essere esteso oltre il primo trimestre del prossimo anno se necessario, secondo molte fonti.

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Il contratto del greggio West Texas Intermediate con consegna a settembre si attesta 46,22 dollari al barile alle 7:05 ET (11:05 GMT), con un balzo di 45 centesimi, o dell’1%. Il prezzo è sceso al minimo dal 13 luglio di 45,41 dollari precedentemente.

Intanto, il greggio Brent con consegna a settembre sull’ICE Futures Exchange di Londra schizza di 53 centesimi, o dell’1,1%, a 48,59 dollari al barile dopo aver toccato il minimo di oltre una settimana di 47,70 dollari nella notte.

Il greggio WTI ha registrato un crollo dell’1,7% la scorsa settimana, mentre il Brent è crollato di quasi l’1,8% tra le notizie secondo cui le scorte OPEC dovrebbero aumentare nonostante l’accordo per il taglio della produzione.

Intanto, negli Stati Uniti i dati settimanali di Baker Hughes rivelano che il numero degli impianti di trivellazione attivi è sceso di una unità a 764 la scorsa settimana, segnale di un lieve calo della produzione.

Il dato è considerato indicativo delle prospettive per la produzione nazionale.

Questa settimana l’attenzione degli operatori sarà concentrata sui dati USA sulle scorte di greggio e prodotti raffinati, attesi domani e mercoledì, per valutare la forza della domanda da parte del principale consumatore mondiale.

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