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Prezzo del greggio ancora sotto pressione, vicino a minimi plurisettimanali

Pubblicato 02.03.2018, 09:51
Aggiornato 02.03.2018, 09:51
© Reuters.

Investing.com - Il prezzo del greggio è ancora sotto pressione questo venerdì, in un clima di apprensione per i livelli della produzione statunitense e per le politiche protezioniste degli Stati Uniti.

Il contratto del greggio West Texas Intermediate USA con consegna ad aprile scende di 19 centesimi, o dello 0,34%, a 60,80 dollari al barile alle 03:45 ET (07:45 GMT), poco più del minimo di due settimane e mezzo di ieri di 60,20 dollari.

Intanto, il greggio Brent con consegna a maggio sull’ICE Futures Exchange di Londra è in calo di 6 centesimi, o dello 0,09%, a 63,78 dollari al barile dopo essere sceso al minimo di due settimane di 63,20 dollari nella seduta precedente.

Il prezzo del greggio resta sotto pressione in seguito ai dati di mercoledì della U.S. Energy Information Administration da cui è emerso che le scorte di greggio sono aumentate di 3,019 milioni di barili nella settimana terminata il 23 febbraio, contro le aspettative di un aumento di circa 2,4 milioni di barili.

Nel report si legge inoltre che le scorte di benzina sono salite di 2,483 milioni di barili, contro le aspettative di un calo di 190.000 barili.

L’impennata delle scorte di benzina ha attirato gran parte dell’attenzione dal momento che alcuni investitori si aspettavano che il rallentamento dell’attività di raffinazione (visto il periodo di manutenzione delle raffinerie) avrebbe comportato un calo delle scorte.

I timori che l’aumento della produzione USA possano vanificare gli sforzi compiuti dall’OPEC per ridurre le scorte in esubero hanno sistematicamente limitato i rialzi del prezzo di recente.

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L’Organizzazione dei Paesi Esportatori di petrolio (OPEC), insieme ad alcuni paesi non-OPEC con a capo la Russia, a dicembre ha deciso di proseguire con i tagli alla produzione di greggio fino alla fine del 2018.

L’accordo per tagliare la produzione di 1,8 milioni di barili al giorno è stato siglato lo scorso inverno dall’OPEC, dalla Russia e da altri nove produttori. Il patto sarebbe dovuto scadere nel marzo 2018 ed era già stato prorogato.

Gli operatori dei mercati stanno anche assimilando la notizia di ieri secondo cui il Presidente USA Donald Trump ha intenzione di imporre dazi del 25% sull’acciaio importato e del 10% sull’alluminio al fine di “proteggere l’industria statunitense”.

La decisione ha scatenato i timori per una possibile guerra commerciale, che avrebbe un impatto negativo sull’economia statunitense, pesando sulla propensione al rischio.

Intanto, i future della benzina scendono dello 0,66% a 1,882 dollari al gallone, mentre i future del gas naturale sono stabili a 2,697 dollari per milione di BTU.

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