Di Mauro Speranza
Investing.com – Ancora un allarme lanciato da una compagnia aerea, questa volta Airbus, dopo che già la settimana scorsa Ryanair (LON:RYA) aveva avvertito che le nuove regole per contenere il coronavirus potrebbero spingere la compagnia a rinunciare ai voli.
Questa volta, Aibus parla di una sopravvivenza “a rischio senza un'azione immediata”, in una lettera inviata ai propri dipendenti, annunciando tagli dei costi più incisivi che possono mettere a rischio l'occupazione nella società, con una riduzione maggiore rispetto ai 3 mila licenziamenti già annunciati due settimane fa.
Airbus “si sta dissanguando a una velocità senza precedenti”, scrive l'amministratore delegato Guillaume Faury nella lettera ai 135 mila dipendenti del gruppo sparsi nei principali paesi europei, Italia esclusa.
La società aerospaziale aveva già annunciato lo scorso 8 aprile una riduzione della produzione di jet commerciali pari a un terzo, ridotta a 40 arei al mese per i velivoli a breve e medio raggio (famiglia A330) e a sei A350, taglia grande, e a due A330neo al mese.
La notizia della lettera inviata lo scorso venerdì, aveva spinto il titolo Airbus (PA:AIR) a chiudere la seduta a Parigi con un vendite del 3,52%, calo che prosegue oggi con un -3%, nonostante il +1,80% del Cac 40.
In questa situazione, a rischio resta anche l'italiana Leonardo, in quanto fornitore Airbus dei modelli A321 e dei velivoli più piccoli A220 (ex Bombardier C Series). Il gruppo italiano risulta essere particolarmente esposto nella crisi di Boeing (NYSE:BA) in quanto realizza il 14% della fusoliera dei 787 a Grottaglie, dove c’è preoccupazione tra i lavoratori. L’azienda finora non ha fatto commenti in merito.
Anche il titolo Leonardo (MI:LDOF) aveva chiuso in negativo la seduta di venerdì (-1,79%), mentre oggi resta intorno alla parità, sottoperformando nettamente il Ftse Mib odierno (+2,40%).
Il crollo del settore aerospaziale
Secondo le stime della Iata, l'associazione di settore, la crisi da coronavirus ha fatto crollare del 90% il traffico aereo nel primo trimestre dell'anno con una riduzione dei ricavi di tutte le compagnie di 314 miliardi di dollari, ovvero il -55% rispetto al 2019.
Le stime, però, comprendono un sostanziale stop ai voli internazionali per almeno tre mesi, che potrebbe anche essere prolungato ulteriormente.
La crisi, inoltre, sta portando al blocco degli ordini di nuovi aerei e le compagnie che avevano ordinato i jet ne stanno chiedendo il rinvio o la cancellazione dei contratti.
Fuori dall'Europa, Boeing (NYSE:BA) sta programmando di ridurre la produzione del valivolo di lungo raggio B787, il Dreamliner, mentre secondo Bloomberg, la produzione potrebbe essere dimezzata rispetto ai 14 aerei al mese prodotti all'inizio di quest’anno. Boeing non ha fatto commenti, mentre si attende un annuncio con la presentazione dei risultati del primo trimestre, mercoledì 29.