Le prospettive di rendimento non sono molto rosee per i prossimi tre anni, per cui bisognerà ricercare le opportunità in tutte le classi di attivi ricorrendo a un’ampia gamma di strumenti
Nei prossimi tre anni le prospettive di rendimento reale per gli investitori non saranno molto rosee. Il rendimento annuo reale di un portafoglio ‘tradizionale’, costituito per il 60% da azioni e per il 40% da obbligazioni, in aggregato potrebbe essere attorno allo zero sia in USA che in Europa. Per il futuro, il rebus in tema di investimenti è come aumentare il potenziale del rendimento reale. Per questo occorrerà cogliere le opportunità disponibili in tutte le classi di attivi, perché il valore reale ancora presente sui mercati non è abbondante, e quindi gli investitori dovranno mantenere un’ampia rosa di strumenti. Sono le conclusioni delle Global Investment Views di Amundi contenute in un commento firmato da Pascal Blanqué, Group Chief investment officer, e Vincent Mortier, Deputy Group Chief investment officer di Amundi.
MERCATI NON SPAVENTATI
Finora i fattori di incertezza, dal tapering della Fed alla crisi Evergrande (HK:3333), non hanno spaventato i mercati. C’è stato un calo dei rendimenti nominali, mentre quelli reali sono addirittura scesi a nuovi minimi. Nonostante le tesi sull’inflazione transitoria, gli ultimi dati sembrano invece supportare la narrativa riguardo a un suo carattere più “permanente”. Nell’azionario, gli esperti di Amundi sottolineano che le trimestrali sono state molto soddisfacenti, che il rischio costituito Evergrande in Cina è stato nuovamente sventato, mentre negli USA, il presidente Biden ha confermato Powell alla Fed per assicurare la continuità nominando Brainard vicepresidente. Ma è da mettere in conto un probabile ritorno della volatilità collegata alla politica americana...
** Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge